L’addio all’imprenditore viterbese Tullio Jacchia

L’addio all’imprenditore viterbese Tullio Jacchia

Homepage - Nel fine settimana è scomparso uno dei commercianti storici della migliore Viterbo: Tullio Iacchia. Giovanni Faperdue ha scritto per lui un ultimo saluto, che riproponiamo fedelmente.

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Nel fine settimana è scomparso uno dei commercianti storici della migliore Viterbo: Tullio Jacchia. Giovanni Faperdue ha scritto per lui un ultimo saluto, che riproponiamo fedelmente.

“Addio caro Tullio. L’avevo visto l’ultima volta nel suo negozio in Corso Italia. Erano gli ultimi giorni della liquidazione che avrebbe portato alla chiusura definitiva della sua attività. Tullio Jacchia, l’amico Tullio, era seduto composto su di una sedia accanto alla scrivania, dove il figlio Alberto faceva le sue veci alla cassa. Mi ha guardato, mi ha sorriso e mi ha detto: “Come va?- e poi – Sono contento che tu sia venuto”.

Ho visto che non era al top della forma ma non sono stato a chiedere troppe cose. Vedevo nei suoi occhi la tristezza profonda per la fine della sua gloriosa e storica attività. Suo padre l’aveva creata e lui, gli aveva dato gran lustro. Iacchia al Corso era il negozio dove potevi trovare il capo di qualità per ogni occasione. Ricordo come lui vantasse tra i suoi numerosi clienti personaggi di primo piano.

Nel gruppo con il quale ci riunivamo per andare a cena insieme, lui era l’animatore principale insieme alla cara Lella Mattioli (anche lei scomparsa). Sceglieva lui il locale dove andare, telefonava a tutti ed era contento di stare in allegria con noi amici. Questa mattina se ne è andato. Se ne è andato improvvisamente in silenzio. Se ne è andato come un signore, un gran signore.

Caro Tullio, sabato scorso hai chiuso la tua amata attività, e oggi ad una settimana esatta di distanza ci hai salutato. Quel negozio, per me, era la tua vera vita.

Adesso che ti ho rivisto per l’ultima volta, elegante come sempre, vestito dell’ultimo completo giacca blu e pantalone grigio, e della cravatta con le miniature delle macchine d’epoca, che erano la tua passione, ho anche scoperto il senso di quel: “Sono contento che tu sia venuto”. Era il tuo ultimo saluto per me. Grazie. Perciò addio caro Tullio, che la terra ti sia lieve”.

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