Scomparsa di un uomo e permanenza di un simbolo. I nostri luoghi da intitolare a Nello

Scomparsa di un uomo e permanenza di un simbolo. I nostri luoghi da intitolare a Nello

Editoriali - Nello Celestini è un simbolo, che merita un giusto omaggio dalla città di Viterbo. Una città che forse durante la sua vita non gli è stata sufficientemente riconoscente, ma che ha terribilmente bisogno di tenere vivo il ricordo di uomini veri e combattivi e pieni d'idee e risoluti come Nello Celestini.

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Non si scompare con la morte, e questo vale ancora di più per quegli uomini che hanno la forza e la capacità di divenire simboli. Nello Celestini è tra questi, almeno per la città di Viterbo. Un nome, il suo, indissolubilmente legato a quello di Santa Rosa. E chi dice Santa Rosa dice Viterbo e viceversa.

Quel microfono strappato dalle mani del costruttore della Macchina nel lontano 3 settembre del 1986 ha scritto la storia. In quel preciso istante Nello Celestini non ha salvato solo delle vite umane, ha regalato alla città il gesto fondante di quello che sarebbe diventato il Sodalizio. E oggi Sodalizio significa trasporto in sicurezza, significa una scuola per tutti e una fucina di nuovi facchini. Significa anche un pezzo di città, una parte importante che agisce nel tessuto sociale. Pensiamo alle cene dei facchini, ma ancora di più agli atti di solidarietà che queste alimentano.

Il Sodalizio è figlio di un gesto di coraggio e padre di tanti gesti d’amore. E’ anche un focolare dove tutti possono riscaldarsi di una tradizione che dura secoli, è un luogo della memoria.

Per questo ha senso l’invito dell’attuale presidente Massimo Mecarini a intitolare una via o una piazza a Nello. “Non una viuzza”, ha ben precisato Mecarini. Questa sua proposta è stata accolta da un lungo applauso. Ci siamo soffermati a pensare su quale potesse essere il luogo adatto a portare il nome di Nello, quel Nello che con noi è sempre stato gentile, accogliendoci sempre a braccia aperte. Quel Nello che è venuto col sorriso, nonostante i problemi di salute, a farsi intervistare alla radio e che ha passato alcuni pomeriggi in mia compagnia e in compagnia di Simone Carletti per raccontarci storie sulla sua vita da facchino.

Due posti ci vengono in mente. Il primo è la piazza davanti alla chiesa di Santa Rosa, dove poggia la Macchina al termine del trasporto e dove il 3 settembre del 1986 nacque tutto. Oppure via Marconi, quella via che i facchini hanno voluto, lo scorso anno, fissare nella storia con il trasporto straordinario in omaggio del titolo Unesco di cui oggi la tradizione del trasporto della Macchina di Santa Rosa può fregiarsi davanti agli occhi del mondo.

 

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