La politica, il non governo, l’arroganza e la sindrome della bella della scuola fidanzata col bullo di turno

La politica, il non governo, l’arroganza e la sindrome della bella della scuola fidanzata col bullo di turno

Editoriali - Abbiamo serie ragioni di credere che il successo politico di certi si regga sulle stesse dinamiche: avere la faccia tosta ed essere convinti, anche grazie all'arroganza, di valere. Così vanno a prendersi spazi che altri, magari migliori, non ritenendosi all'altezza non considerano neppure. Risultato? La cosa più bella, ossia la politica, finisce in mano ai peggiori.

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Partiamo dalla scuola, perché è sempre un luogo centrale. Molti dei lettori ricorderanno un classico: ragazze bellissime e a modo “fidanzate” con soggetti improponibili: gretti, boriosi, arroganti, prepotenti. Per dirlo in una parola: bulli. E ricorderanno quel senso di perplessità provato davanti a simili situazioni. Con tanto di domande a cascata: “ma come è possibile?”, “ma che ci troverà?”. E le frasi rassegnate degli altri ragazzi, magari esili e cortesi. Della serie “il mondo va al contrario”.

A ben pensare perplessità e domande simili accompagnano i “più miti” anche nel corso della vita. E spesso bussano in testa quando si punta lo sguardo sullo zoo della politica: tanto quella nazionale che locale: “Ma come fa quel tipo o quella tipa così gretto, arrogante, vuoto e borioso a ricoprire quell’incarico piuttosto che quell’altro?”. E poi la classica sintesi: “il mondo va al contrario”.

Gli scenari politici, anche della Tuscia, più e più volte ci hanno portato a questi enigmi. Abbiamo quindi deciso di ragionarci sopra, perché solo il ragionamento può essere strumento per generare nuove situazioni. Cosa accomuna il “peggiore della scuola” che riesce a essere nelle grazie della “bella e graziosa” con quanto accade in politica? Crediamo che tutto si giochi su un fatto. I “miti” sono pieni di dubbi, di perplessità. Hanno pensieri complessi che li bloccano. Gli arroganti invece pensano di essere dei padreterni e si buttano, ottenendo risultati per mancanza reale di concorrenza.

E’ in qualche modo la “sfacciataggine” e l’arroganza la loro arma vincente, che gli permette di ottenere risultati. Tornando alla ragazza “bella e cortese” della scuola sarà capitato almeno a qualcuno dei lettori di parlarci e magari, presa un po’ di confidenza, chiedere il perché della scelta di stare col classico bullo.

I discorsi ascoltati saranno suonati all’incirca così: “Ma io non ho qualità. Nessuno mi si avvicina mai invece lui mi si è avvicinato”. Eureka! Parlando con la ragazza avrà il nostro lettore scoperto la mancanza di consapevolezza da parte della stessa di essere una persona bella. La dinamica sul piano reale in sostanza potrebbe essere riassunta così: la ragazza, essendo percepita come il top, dai “miti” li intimoriva tenendoli lontani. L’unico a sentirsi un padreterno quindi era diventato l’unico a darle attenzione e dalla prospettiva di lei l’unico a tenerla in considerazione.

Abbiamo serie ragioni di credere che il successo politico di certi si regga sulle stesse dinamiche: avere la faccia tosta ed essere convinti, anche grazie all’arroganza, di valere. Così vanno a prendersi spazi che altri, magari migliori, non ritenendosi all’altezza non considerano neppure. Risultato? La cosa più bella, ossia la politica, finisce in mano ai peggiori.

Questo per fortuna non accade sempre ma se vi fermate a ragionare vi renderete conto che accade spesso. Tutto questo per invitare più persone possibili a farsi avanti, a mettersi in gioco per il governo dei loro territori. Non c’è nessun capobastone o padrino politico davvero forte, la forza che spesso certi individui hanno è dovuta semplicemente al non avere concorrenza vera. E così i “meno selezionati” si ritrovano in mano le più grandi fortune e i più grandi poteri. Con disgrazia per tutti gli altri.

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