La Pietà: sul buon senso vince la politica e la vaghezza

La Pietà: sul buon senso vince la politica e la vaghezza

Homepage - La Pietà andrà a Londra, ma cosa verrà a Viterbo ancora non si sa. Anche se i contorni sono piuttosto vaghi, si va verso la concretizzazione dell’iniziativa della quale si parla da mesi. Ma quel che stupisce è l’insistenza per muovere un’opera importante e delicata senza sapere, in fondo, il perché.

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La Pietà andrà a Londra, ma cosa verrà a Viterbo ancora non si sa. Anche se i contorni sono piuttosto vaghi, si va verso la concretizzazione dell’iniziativa della quale si parla da mesi. Una operazione portata avanti inizialmente anche grazie all’intermediazione di Vittorio Sgarbi ed ostacolata in ogni modo dai tecnici della Soprintendenza che hanno più volte negato spostamenti di medio raggio, come quelli a Vicenza e a Milano all’Expo.

Ora si procede nella vaghezza. La si legge anche nel comunicato con il quale l’on. Giuseppe Fioroni di fatto ha annunciato la “vittoria” del ricorso al Ministero responsabilizzando l’amministrazione comunale di Viterbo chiamata a concretizzare il risultato ottenuto e non a festeggiare un risultato specifico. Il messaggio chiarisce infatti un punto: l’obiettivo di valorizzare la Città grazie a questa mossa non è specificato e rimane sospeso e non indicato. Paradossalmente Viterbo potrebbe anche non ricevere niente, o comunque poco rispetto al rischio certificato dai tecnici della Soprintendenza, scavalcati dai politici del Ministero.

Non si sa se Viterbo otterrà una blanda didascalia con il nome di Viterbo a fianco all’opera esposta alla National Gallery, o dei fondi da reinvestire in cultura o, come dice Antonio Rocca, nella ristrutturazione del Museo Civico. Magari a Viterbo arriveranno delle opere di valore che possano essere utilizzate per delle mostre legate a tematiche vicine alla Città. O magari non arriverà niente di ciò.

Quel che stupisce dunque è l’insistenza per muovere un’opera importante e delicata senza sapere, in fondo, il perché.

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