La picconata di Bottone sulla casta viterbese: “Politiche culturali tanto nebulose quanto inconcludenti”

La picconata di Bottone sulla casta viterbese: “Politiche culturali tanto nebulose quanto inconcludenti”

Cronaca - Bottone spara a zero dal palco de 'Il Sal8 delle 6'. Spara sulle politiche culturali e amministrative messe in essere in questo territorio.

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Bottone‘Il Sal8 delle 6’ ha ospitato Vittorio Emiliani, storico direttore de Il Messaggero. Al centro dell’incontro, svolto ieri presso la biblioteca Anselmo Anselmi, gli “anni di piombo”. Di piombo anche le parole che hanno aperto questo appuntamento del festival letterario viterbese. A pronunciarle l’ideatore e curatore, il giornalista Pasquale Bottone.

 

Una picconata sul sistema viterbese, di Viterbo città. Picconata a quella che altri e altrove chiamerebbero casta. Vi riportiamo, parola per parola, cosa Bottone ha detto prima di intervistare Emiliani.

 

PROLOGO EMILIANI OVVERO LA PICCONATA DI BOTTONE

 

Buon pomeriggio a tutti i convenuti da ogni dove e benvenuti  al secondo appuntamento con ‘Il Salotto delle 6’ classic edition spring 2014. ‘Il Salotto della 6’, la prima rassegna letteraria  made in Viterbo,  esistendo sul territorio sin dal lontano duemiladue; ‘Il Salotto delle 6’ per  leggere discutere e partecipare  in una fase storica che vede ancora, come sempre, la città dei papi al centro di politiche culturali e amministrative tanto nebulose quanto incongruenti  soggette sempre ai  personalissimi  interessi  di qualcuno. 

 

E’ il malinconico balletto di  vecchie radicate clientele  ormai fuori dal tempo, ma sempre presenti nelle secrete stanze di un claustrofobico e spesso assai dilettantesco potere. ‘Il  Salotto delle 6’ ancora qui, nella fattispecie grazie alla caparbia costanza del commissario Paolo Pelliccia,  alla mediterranea incoscienza del sottoscritto e alla produzione di Unindustria, sempre presente in questi anni .

 

Main theme di questa edizione l’immaginazione al potere perché l’autonomia di pensiero  e la creatività sono l’unico antidoto al crescente appiattimento delle coscienze, perché guardare le cose non solo con gli occhi, ma attraverso gli occhi può essere l’unico indicatore di una ripartenza possibile. Ho sempre apprezzato di Vittorio Emiliani la forza espressiva, l’elegante ironia, la tagliente vis polemica : ho sempre apprezzato l’autenticità dell’uomo  e del professionista , la sua passione civile, il suo giornalismo in grado di essere vivo e temerario, originale, ben lontano  da servilismi verso il potere, dai giri chiusi dei cori adoranti  e delle schiene piegate. Per questo fu un impagabile direttore de Il Messaggero dal 79 al 87 che rese giornale di servizio, vicino alla cittadinanza , laico, in un ambiente proverbialmente bigotto e confessionale. Le sue furono battaglie anticonformiste deluxe che ancora oggi si ricordano e che potrebbero essere esempio luminoso da seguire  per molti cosiddetti giornalisti di oggi sempre pronti al compromesso velinaro  e alla facile reverenza spiana carriere.

 

Occupandoci del suo libro ‘Cronache di piombo e di passione’ ripercorreremo anni di storia patria complicata e controversa, arricchendo il tutto di aneddoti o rivelazioni di cui Emiliani vorrà omaggiarci in questa circostanza.

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