La mosca di Velo – Ecco dove pescare: da Bolsena al lago di Mezzano

La mosca di Velo – Ecco dove pescare: da Bolsena al lago di Mezzano

Homepage - Ben ritrovati. Oggi parleremo degli ambienti in cui è possibile praticare la pesca a mosca. “Solo in certe acque”, diranno in tanti. Vero, ma con una casistica talmente ampia da poter allargare enormemente le nostre potenzialità.

ADimensione Font+- Stampa

Ben ritrovati. Oggi parleremo degli ambienti in cui è possibile praticare la pesca a mosca. “Solo in certe acque”, diranno in tanti. Vero, ma con una casistica talmente ampia da poter allargare enormemente le nostre potenzialità.

Prima di continuare, dobbiamo chiarire un concetto importantissimo: la pesca a mosca è una tecnica che non si adatta solamente ai salmonidi e timallidi ma ha una resa ottimale anche nei confronti di altre specie: dalla scardola al luccio, dal cavedano al black bass, dal persico alla carpa, al barbo, al luccio perca… Ovviamente utilizzando tecniche e attrezzature adeguate e con risultati dipendenti da fattori diversi.

E allora, perché insistere a considerarla come esclusiva per specie cosiddette (erroneamente) “pregiate”?

La nostra provincia è ricca di acque “moscabili”: oltre ai laghi (Bolsena, Vico, Mezzano) possiamo godere di tanti corsi d’acqua che vanno dai piccoli torrenti ai fiumi più agevoli. Non cadiamo nell’errore comune: pesca a mosca non fa assolutamente il paio con ambienti ampi e rive sgombre!

Si può pescare a mosca dal piccolo riale di montagna alla foce del fiume e anche in mare. Quello che cambia fra un ambiente e l’altro sono l’approccio e l’attrezzatura: estrema cautela nei piccoli torrenti con lanci corti ma precisi, canna corta, coda di topo leggera e finali relativamente corti ed a volte robusti per poter presentare artificiali anche di una certa consistenza. Gli stivali sono spesso più che sufficienti, quando addirittura potrebbero bastare scarponi da trekking.

Nel torrente di media valle potremo passare ad una canna un po’ più lunga, finali più lunghi e sottili ed un parco artificiali un po’ più vasto. A volte potrebbero servire i wader, ma di solito gli stivali sono sufficienti.

In torrenti di fondo valle e fiumi di pianura la lunghezza della canna sarà certamente più importante, cosi come la coda di topo (pur senza esagerare e che potrà essere anche affondante totalmente o di punta), il finale e la varietà degli artificiali.

I laghi, dove spesso si usano artificiali più consistenti, sono il regno di canne potenti e code di topo che permettano di lanciare streamer e popper pesanti o voluminosi. E’ soprattutto nei laghi che trovano impiego anche code di topo “speciali”: affondanti di punta o totali e di diverso grado di affondamento per arrivare ben sotto la superficie, “shooting taper” per grandi distanze e cosi via.

In mare non vi sono molte possibilità di scelta: canne molto potenti e mulinelli molto capaci, resistenti alla salsedine ed alla corrosione.

Lo spazio, sempre tiranno, non ci permette di dilungarci oltre su questo argomento. Ma dobbiamo concludere questo “pezzo” con una raccomandazione. Mai dare per scontato nulla nella pesca a mosca. Non è una scienza perfetta ed è sempre soggetta a smentite e contraddizioni. Quanto abbiamo detto – ed andremo a dire in futuro – si basa su situazioni standard suscettibili a qualsiasi tipo di modifica sulla base della propria esperienza e dell’ambiente in cui ci troveremo ad operare.

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune