La Fune trova uno sceicco pronto a sostenere il più grande festival di Viterbo. La guerra della cultura finisce qui

La Fune trova uno sceicco pronto a sostenere il più grande festival di Viterbo. La guerra della cultura finisce qui

Editoriali - La Fune riesce a trovare la soluzione per pacificare la città di Viterbo. Dopo che i pescetti un po' più grossi hanno iniziato a battere le pinne per mangiarsi i piccoli è bastato introdurre nell'acquario cittadino un vero squalo.

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Diamo annuncio urbi et orbi che la “guerra della cultura” è praticamente finita, chiusa. Eravamo stanchi di vedere lo schifo che è sotto gli occhi di tutti, una zuffa miserevole in nome della cultura. Una zuffa che ricordava tanto le guerre in Terra Santa in nome della fede, le false e ipocriti crociate. E’ così che, con il nostro piccolo ma forte giornale, abbiamo deciso di muoverci, di darci particolarmente da fare.

Guardandoci in faccia con il buon Carletti abbiamo capito che non sarebbe stato possibile risolvere l’inutile e puerile battaglia rimanendo a Viterbo. Siamo quindi andati fuori città e qui, da una prospettiva diversa e sorseggiando più Daikiri frozen a diversi gusti, abbiamo incontrato il salvatore. Uno sceicco, uno con i soldi. Lo abbiamo convinto a investire su Viterbo, tanta grana per un nuovo festival estivo. Un evento potentissimo e poliedrico: libri, musica jazz, slow life, danza del ventre, cinema, grandi autori e grandi nomi. Anche diversi calciatori.

Lo sceicco ha intenzione di agire così: non un euro di sostegno pubblico; ci mette del suo. Assumerà uno staff di quindici persone, quindici nuovi posti di lavoro suonanti sulla città dei papi, per curare tutti gli aspetti necessari a mandare in porto l’operazione. Investirà una bella somma, su media nazionali (giornali, televisioni e tanto internet) per comunicare questa nuova manifestazione e insieme a lei, quella che lui definisce “l’incantata città di Viterbo”. 

Tutti gli eventi inoltre saranno gratis. A questo punto i festival viterbesi non hanno più ragione di esistere. Il Comune può tenersi i suoi soldi e investirli per altre questioni piuttosto urgenti: sostegno a imprese, arsenico, miglioramento dei servizi, etc. 

Non avrebbe senso, a questo punto, sostenere i festival attuali. Talmente piccoli nel confronto con questa nuova realtà da risultare un po’ fuori luogo. Sostenerli somiglierebbe tanto a un finanziamento a pioggia, a un marchettificio. Il marketing territoriale di Viterbo e la cultura a Viterbo a questo punto è roba dello sceicco, a casa tutto il resto. Della serie “chi di spada colpisce, di spada perisce”, basta solamente allargare la prospettiva.

 

P.S.

Questo sceicco poi si impegna a non entrare in politica, a non mettere persone sue nelle varie istituzioni, a non chiedere per sé o per qualcuno della sua famiglia la presidenza di enti locali. In più si impegna a non fare nessun convegno sul Rinascimento, Risorgimento, Ventennio I (Mussolini) e Ventennio II (Berlusconi).

 

 

Foto Fisioterapy Center

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