La critica e il vizietto della politica di saperci fare male i conti

La critica e il vizietto della politica di saperci fare male i conti

Editoriali - L'amministrazione Michelini ha un cattivo rapporto con la critica, perché "loro" stanno con Viterbo. Quindi chi ha qualcosa da ridire su quello che viene fatto, per sillogismo aristotelico di primo livello, sta contro la città. Nessuna macchina del fango, nessun giornalismo a gettone, il vero "nemico" è chi critica.

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Esiste stampa e stampa. Esiste la macchina del fango, ma esiste anche il giornalismo col bavaglio. Come scovare tutto? Segui i soldi, direbbe Giovanni Falcone. Ma al di là della macchina del fango e del giornalismo a gettone esiste anche la critica. Quella vera, quella che porta a confronto esempi. Quella che pone domande scomode, che dà suggerimenti, che mette in evidenza strambe decisioni che a volte la politica sembra non riuscire fare a meno di prendere.

Il fatto del giorno per noi si è svolto a Palazzo dei Priori. Conferenza stampa di Antiquaria, ore 11 circa. Un momento importante, dove si è fatto il punto sul ritorno in città di un significativo evento: la mitica mostra dell’antiquariato viterbese. Ma la cosa di cui ci interessa in questa riflessione è un’altra. Fatto 100 il minutaggio dell’incontro circa un 25-30% è stato “bruciato” in qualcosa che non è Antiquaria. Cosa? Parlare della stampa, della critica che questa fa. Un pezzetto della conferenza speso a sottolineare che l’amministrazione comunale tifa per Viterbo, lasciando come sottointeso intendere che deve esserci qualcuno che magari è contro Viterbo. Tra la stampa naturalmente.

E’ così che il sindaco Leonardo Michelini ha parlato del Gazzettino Viterbese, un vecchio giornale a cui pare piacesse fare polemica e che è chiuso da tempo. E’ così che l’assessore Antonio Delli Iaconi ha ricordato che a Viterbo è tradizione criticare. Tanto che nel lontano 1938, l’anno delle leggi razziali e all’apice del regime fascista, i criticoni viterbesi fecero saltare il progetto di realizzare un parco della memoria dei caduti nella prima guerra mondiale a piazza Crispi. Critiche distruttive dunque, contro la città.

I due pezzi da novanta dell’attuale amministrazione hanno, per onestà, precisato che la stampa fa il suo lavoro. Che alla fine chi critica dovrà fare i conti con i numeri che l’amministrazione Michelini saprà fornire per raccontare quello che ha fatto.

Sarà stato un caso ma tutto questo parlare della stampa è venuto fuori a circa tre ore di distanza da un articolo piuttosto duro uscito su questo giornale (leggi). Un articolo critico su come l’amministrazione sta gestendo la questione della candidatura di Viterbo a capitale italiana della cultura. Un pezzo dove abbiamo raccontato il “metodo Spoleto”, giudicandolo migliore di quello nostrano. Da una parte la gestione della città nella condivisione (nel caso umbro), dall’altra un metodo chiuso, di palazzo. Con una commissione imbottita di politici e amici di politici, che tiene fuori pezzi importanti del mondo culturale viterbese. Una commissione il cui coordinamento è affidato a Claudio Margottini, noto in città per la sua candidatura alle ultime comunali in Viva Viterbo. Non eletto per un soffio. Una commissione su cui pezzi della maggioranza stessa hanno “sparato” a zero sui giornali e di cui altri parlano male all’interno di conversazioni private.

Evidentemente questo giornalismo può non piacere a chi si sente tirato in ballo. A chi si sente criticato. E magari qualcuno potrebbe sperare che questo tipo di giornalismo chiuda, come accadde al Gazzettino Viterbese. Qualche altro magari preferisce la macchina del fango, quella del pongo o il giornalismo a gettone. Ma la cosa peggiore è vedere una classe dirigente che si preoccupa della critica, che reagisce dicendo: “Noi tifiamo per Viterbo”. Come a voler far passare che chi solleva problemi e fa notare aspetti, magari scomodi, starebbe lavorando contro la città. Magari contro i cittadini.

Rimaniamo convinti che il giornalismo che lavora contro la città e i cittadini sia soltanto quello della macchina del fango e quello a gettone. La politica dovrebbe preoccuparsi di verificarne l’esistenza anche in questo territorio (a noi pare non esserci) e magari dovrebbe attivarsi per combatterlo. Ma di questo non c’è bisogno a Viterbo perché non sembrano esistere questo tipo di fenomeni. O no?

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