Rossellini (figlio) al cinema Lux per la proiezione di «Roma città aperta»

Rossellini (figlio) al cinema Lux per la proiezione di «Roma città aperta»

Storie - La corsa di Anna Magnani, un braccio alzato, la voce che grida "Francesco, Francesco" e il corpo che cade sotto i colpi dei fucili nazisti. Roma città aperta, il capolavoro di Roberto Rossellini, restaurato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con l'Istituto Luce e la Cineteca nazionale, sarà proiettato questa mattina alle 10 al cinema Lux.

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roma_citta_aperta_restauro_02 (1)La corsa di Anna Magnani, un braccio alzato, la voce che grida “Francesco, Francesco” e il corpo che cade sotto i colpi dei fucili nazisti. Roma città aperta, il capolavoro di Roberto Rossellini, girato tra il febbraio e il settembre del 1945, restaurato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con l’Istituto Luce e la Cineteca nazionale, sarà proiettato questa mattina alle 10 al cinema Lux. Un’iniziativa del Consorzio delle biblioteche destinata alle scuole, che vedrà la partecipazione di Renzo Rossellini, figlio del regista.

Un’occasione imperdibile per vedere o rivedere un film che ha segnato profondamente la storia del cinema rivoluzionandone completamente il linguaggio. “Una lingua che parla all’essenziale – dice Paolo Pelliccia, commissario straordinario del Consorzio delle biblioteche – che tocca nota importanti. La Biblioteca esce dalla sua dimensione naturale per andare in contro ai giovani. Ringrazio Renzo per la disponibilità con quale ha accettato il nostro invito e per la stima verso il Consorzio”.

Rossellini che, prima della proiezione, terrà una sorta di conferenza dialogo sulla valenza, le peculiarità didattiche e la necessità di fare cinema. “Dico che vale la pena vedere il film di mio padre perché è come assistere ad un magia – dice Rossellini – realizzare Roma città aperta è stato un atto eroico. Da un lato c’erano le difficoltà pratiche: reperire la pellicola, trovare dove girare il film e poi c’erano i problemi di natura politica. La loro commistione ha fatto sì che mio padre reinventasse il modo di interpretare quest’arte che deve sempre servire a qualcosa: un fulcro di rotazione che può trasformare gli animi”.

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