“La città ha bisogno di un gojo come Filippo Rossi per mettere fine alla politichetta della piccola bottega”

“La città ha bisogno di un gojo come Filippo Rossi per mettere fine alla politichetta della piccola bottega”

Elezioni 2018 - Settantotto anni, spirito da ragazzino. Giovanni Faperdue punta a salire al soglio della Sala d'Ercole. Consigliere comunale, di maggioranza si augura (e facendo gli scongiuri a modo suo), con Filippo Rossi sindaco.

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Settantotto anni, spirito da ragazzino. Giovanni Faperdue punta a salire al soglio della Sala d’Ercole. Consigliere comunale, di maggioranza si augura (e facendo gli scongiuri a modo suo), con Filippo Rossi sindaco.

Anche lui è tra quelli che in occasione del voto del 10 giugno è pronto a gridare, e far gridare, “Viva Viterbo”. Lo abbiamo intervistato. 

Perché si candida?

“Perché sono un mezzo gojo (ride). Come è mezzo gojo Filippo Rossi. Se non fossi stato così non avrei scritto la bellezza di nove libri su Viterbo. Ho deciso di candidarmi perché credo in Rossi come sindaco del cambiamento della città. Condivido le sue idee sul turismo, sul termalismo …

Prima di incontrarlo lo reputavo uno stronzo (abbiamo deciso di non censurare la definizione n.d.r.). Poi ci ho parlato e ho deciso di aiutarlo a diventare sindaco di Viterbo, mi sono candidato con lui”.

Tre idee che intende portare con sé in consiglio comunale?

“La prima riguarda il Parco Termale del Bullicame. Deve diventare il luogo dello svago e del divertimento dei viterbesi. Sogno che le famiglie possano riconquistarlo e viverlo senza spendere un centesimo. La seconda è l’impegno per assicurare che l’utilizzo delle acque termali viterbesi finisca nelle mani giuste. Di chi sa valorizzarle. In questo mi sento di fare un applauso ai Sensi e al lavoro fatto con le Terme dei Papi. Loro hanno dimostrato il valore del nostro termalismo e sono alla continua ricerca di migliorare le cose. La terza idea è battermi per la protezione di tutti i monumenti della città e la loro giusta presentazione ai turisti. Se uno va agli ascensori di Valle Faul non c’è neanche scritto che portano a Palazzo Papale. Ma come è possibile così tanta approssimazione?”.

La cosa che ama di più di Viterbo e quella che le dà più fastidio?

“Ho un rapporto particolare con Viterbo, è la mia amante. Ne conosco praticamente ogni angolo e mi piace viverla quando non c’è nessuno, ad esempio quando piove. Con le amanti ci stai bene quando sei da solo, per abbracciarle davvero. Invece ci sono diverse cose che non mi piacciono. Innanzitutto questo vizio che le persone hanno di parcheggiare nelle piazze storiche. Così come non mi piacciono le strade sporche o alcuni viterbesi che trattano male i turisti”.

Cosa pensa delle amministrazioni che si sono alternate alla guida della città?

“Hanno tutte fatto una politica piccola. Hanno fatto i bottegai. Viterbo ha bisogno di un gojo come Rossi, che ci porti lontano dalla politica del negozietto. Possiamo pensare in grande, abbiamo i numeri per farlo”. 

 

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