‘La bellissima Italia che cade a pezzi’, il 4 novembre nuovo ruggito de ‘Il Leone’
Homepage - Sabato 4 novembre, alle 18.00, presso la Sala Conferenze in Via Gargana, 34, il confronto dal titolo “La bellissima Italia che cade a pezzi. Turismo, centri storici, identità, tra pubblico e privato. Gli italiani meritano il patrimonio più importante del mondo?”.
Non ci sono più scuse. Palazzi, chiese, monumenti. Vie, centri storici. Storie di degrado, di abbandono, di semplice disinteresse. Gli italiani meritano l’inestimabile patrimonio artistico e culturale che hanno? Bellissima Italia…che cade a pezzi! Figlia dell’indifferenza, delle priorità non riconosciute.
Nei crolli a Pompei, in ogni affresco che si sgretola nel silenzio, in ogni colonna che crolla a terra mentre viene realizzata una nuova rotatoria; in ogni antica chiesa abbandonata e vandalizzata, in ogni tempio romano avvolto da siringhe e spazzatura, in ogni antica fontana lasciata marcire tra urina e preservativi, si ammutolisce la lingua che sussurra di noi nei secoli, si disintegra un pezzo della nostra millenaria identità.
Bene culturale, croce e delizia nazionale. Se n’è accorto persino l’Istat, che nel Bes 2014 scrive: “L’ Italia detiene uno straordinario patrimonio culturale e paesaggistico, che non tutela e valorizza adeguatamente, confermandosi come uno dei paesi meno generosi d’ Europa nel finanziamento della cultura”.
Cultura che è processo vitale di costruzione civile e individuale, non esercizio di stile o misera dimostrazione di forza. Emanuele Ricucci e Luca Nannipieri, tra i più rinomati critici d’arte italiani, firma de Il Giornale e di Panorama, ideatore e conduttore del programma di Rai 1 “Sos Patrimonio Artistico”, lanciano la sfida senza mezzi termini, per il quarto appuntamento dell’Autunno Culturale del Centro Studi Ricerca “Il Leone”, da un’idea di Giulio Marini e Daniele Sabatini. Sabato 4 novembre, alle 18.00, presso la Sala Conferenze in Via Gargana, 34, il confronto dal titolo “La bellissima Italia che cade a pezzi. Turismo, centri storici, identità, tra pubblico e privato. Gli italiani meritano il patrimonio più importante del mondo?”.
Occorre una rivoluzione civile. Il nostro patrimonio artistico e culturale è un’eredità, non uno scomodo lascito, e sta a noi tutelarlo e proseguirlo degnamente. Esso è identità, è turismo, possibile salvezza per la costellazione dei Comuni italiani. Sarà lo Stato a dover salvarlo e a metterlo a frutto, o saranno i “privati”, nuovi imprenditori e mecenati – come Bulgari (1 milione e mezzo di euro per il restauro della scalinata di Trinità dei Monti a Roma), Fendi (2 milioni e 180mila euro per il restauro della Fontana di Trevi), o Della Valle (25 milioni di euro per il restauro del Colosseo) e
altri -? L’Italia è un museo che sta chiudendo: “è giunto il tempo, per noi, di dare qualcosa indietro” (Salvatore Ferragamo, donatore di 700mila euro per il restauro di un’ala degli Uffizi).