JazzUp, dalle giovani promesse a Nicola Piovani: al via la 12esima edizione

JazzUp, dalle giovani promesse a Nicola Piovani: al via la 12esima edizione

Homepage - Dodicesimo edizione per il JazzUp: ancora una volta la creazione di Giancarlo Necciari darà vita a piazza del Gesù per dieci giorni di concerti, per lo più a partire dalle 21.

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Dodicesimo edizione per il JazzUp: ancora una volta la creazione di Giancarlo Necciari darà vita a piazza del Gesù per dieci giorni di concerti, per lo più a partire dalle 21. Alcuni giorni il Festival darà spazio a gruppi locali e Archeotuscia a partire dalle 19. Il programma inizierà il 23 giugno e terminerà il 2 luglio e sarà pubblicato domenica sul sito ufficiale di JazzUp e lunedì in distribuzione.

Partiamo da piazza del Gesù, ormai è casa vostra?
“Abbiamo proposto di tutto con un filo rosso che è la qualità. Quest’anno abbiamo una programmazione dedicata più alla musica”

Meno parole e più concerti?
“Quest’anno torniamo alle origini con la musica che torna regina del nostro programma”

Partiamo dalla fine del programma, la coproduzione con Caffeina: arriva Nicola Piovani il 2 luglio.
“Sì è una grande soddisfazione avere il maestro apprezzato in tutto il mondo. È stato un bel lavoro in collaborazione e chiuderemo in grande stile la nostra kermesse con un grandissimo nome. Siamo orgogliosi perché è una vetta importante che abbiamo raggiunto”

Arriverà dopo 10 giorni di fuoco: c’è di tutto, con molti generi.
C’è una programmazione che inizierà con una sezione dedicata a musica autoriale italiana. Tra gli altri Claudio Sanfilippo, vincitore del Premio Tenco. Poi anche la Gypsy Band, un ritorno graditissimo e richiesto dal nostro pubblico. Una parte dedicata agli autori ai quali vogliamo dare una vetrina importante a coloro che hanno bisogno di farsi conoscere”

Quali le chicche del programma?
“Amo il Jazz e anche qui abbiamo trovato uno spazio ad artisti che sono al primo o al secondo album. L’operazione più interessante è quella di ricerca sugli strumentisti: chitarra, pianoforte, vibrafono. Siamo andati a cercare produzioni discografiche giovani come quelle che coinvolgono Donatello D’Attoma, Daniele Cordisco, Santi Scarcella, Andrea Bonioli o Claudio Piselli”.

Altre novità?
“Il dopofestival fuori da Porta Faul ai Cantieri del Signorino”.

Qual è il segno che il JazzUp ha lasciato sul territorio?
“Tanto impegno e coinvolgimento. La cosa che mi ha reso più felice è la passione delle nostre stagiste che l’anno scorso, tramite l’Università della Tuscia, hanno collaborato al Festival e che quest’anno si sono ripresentate perché volevano essere della squadra perché la famiglia deve rimanere la stessa. Poi anche tanti musicisti che ogni anno ci chiedono di tornare perché stanno bene a Viterbo”.

 

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