ISM torna nel carcere di Mammagialla: oggi la proiezione e l’incontro con il regista

ISM torna nel carcere di Mammagialla: oggi la proiezione e l’incontro con il regista

Politica - Sara Bauli e Letizia Lucangeli spiegano quanto sia importante il lavoro all'interno del carcere e lo scambio che si genera con queste iniziative che mettono in comunicazioni due mondi così lontani: quello dentro e quello fuori la casa circondariale

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Immagini dal Sud del Mondo torna nel carcere Mammagialla. In programma oggi, per la Rassegna cinematografica organizzata da Aucs, una proiezione per i detenuti, alla quale partecipava anche pubblico esterno, e l’incontro con il regista di Ameluk, il film proiettato, Mimmo Mancini.

L’iniziativa si è resa possibile grazie alla collaborazione Aucs e Arci Solidarietà Viterbo, associazione che da anni lavora all’interno della struttura carceraria con alcuni sportelli di mediazione, orientamento e ascolto e con iniziative culturali. “Le iniziative culturali in particolare – ha spiegato Sara Bauli di Arci Solidarietà – sono uno strumento potentissimo per creare un ponte tra i detenuti e il territorio. Grazie a queste riusciamo a raggiungere obiettivi e far comunicare due mondi che sono sperati per definizione: quello dentro e quello fuori al carcere”. Oltre alle proiezioni di Aucs, Arci Solidarietà Viterbo porta nella casa circondariale anche laboratori teatrali, con pubblico e attori esterni.

“Per noi la rassegna è un filo conduttore delle tante iniziative. Interseca i due mondi. È sbalorditivo quando si spengono le luci e si annullano le differenze tra i detenuti e gli sterni: in quel momento tutti si è pubblico. E quest’annullamento prosegue anche con l’incontro e con il dibattito in merito al film appena proiettato. Si instaura così uno scambio fondamentale – ha aggiunto Sara Bauli – per la comunicazione di questi due mondi. È importante progettare percorsi alternativi e l’uscita anticipata dal carcere di queste persone e queste iniziative di apertura – ha concluso – servono anche per sensibilizzare il mondo esterno e favorire percorsi di scambio”.

Quanto al pubblico “quello dei detenuti – ha spiegato il direttore artistico Letizia Lucangeli (Aucs) – è davvero esigente. Queste persone hanno una capacità di lettura dei contenuti dei film molto efficace. Ogni volta sembra di essere in una sala cinematografica degli anni ’60 con un pubblico che partecipa attivamente alla proiezione”.

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