Intervista a Paola Celletti, candidata sindaco per Lavoro e Beni Comuni

Intervista a Paola Celletti, candidata sindaco per Lavoro e Beni Comuni

Elezioni 2018 - La mia candidatura nasce dai comitati di lotta che si sono costituiti in questi ultimi ultimi 5 anni: il comitato “Non ce la beviamo”, che ha lottato per la non potabilità dell’acqua a causa dell’inquinamento da arsenico e contro la privatizzazione dell’acqua, il comitato per la lotta contro lo smantellamento della sanità pubblica e il comitato del “no referendum”. Io non ho tessere di partito ma all’interno di questi comitati sono presenti organizzazioni politiche e liberi cittadini che si sono impegnati per portare avanti queste battaglie del territorio.

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COME NASCE LA SUA CANDIDATURA?
La mia candidatura nasce dai comitati di lotta che si sono costituiti in questi ultimi ultimi 5 anni: il comitato “Non ce la beviamo”, che ha lottato per la non potabilità dell’acqua a causa dell’inquinamento da arsenico e contro la privatizzazione dell’acqua, il comitato per la lotta contro lo smantellamento della sanità pubblica e il comitato del “no referendum”. Io non ho tessere di partito ma all’interno di questi comitati sono presenti organizzazioni politiche, Solidarietà cittadina e Rifondazione Comunista, e liberi cittadini che si sono impegnati per portare avanti queste battaglie del territorio. Ci siamo però resi conto che non basta essere dentro i comitati per rappresentare determinate battaglie e abbiamo bisogno di una rappresentazione istituzionale. In questo caso specifico abbiamo bisogno di entrare in consiglio comunale per portare avanti le nostre battaglie.

 

SI SENTE IL CANDIDATO SINDACO DELLA VERA SINISTRA VITERBESE?
Sicuramente sì perché fino ad oggi sia gli schieramenti di destra sia quelli di sinistra hanno portato avanti una politica in continuità, senza nessuna differenza sostanziale. Ciò ha portato ad una situazione di immobilità della politica che ha governato gli ultimi 20 30 anni. E questa immobilità ha portato a dei danni pesantissimi a Viterbo, come il primato della disoccupazione giovanile in tutto il Lazio. Diciamo poi che spesso la sinistra ha portato avanti politiche di destra liberista. L’esempio lampante è la sanità: Renata Polverini ha cominciato a smantellare la sanità e Nicola Zingaretti ha continuato su questo percorso. I medici, e il PD in generale, non hanno detto una parola rispetto a questo. Ad oggi abbiamo liste d’attesa interminabili, strutture, come il Belcolle, che non sono più in grado di accogliere pazienti sia in termini di posti letto sia in termini di personale, perché molto ridotto. Hanno smantellato gli ospedali della provincia e nessuno ha detto una parola. Hanno privatizzato i servizi, l’assistenza domiciliare, e rispetto a questo nessuno ha detto una parola. Sul discorso delle terme poi un immobilismo totale.

 

TRA I SUOI SFIDANTI CHI È IL PEGGIORE E PERCHÉ? CHI è IL MIGLIORE E PERCHÉ?
Non credo che in questo momento sia opportuno il mio giudizio in merito ad altri candidati. Noi come lista presentiamo il nostro programma e la nostra proposta, i cittadini giudicheranno.

 

PERCHÉ C’È BISOGNO A VITERBO DI UNA LISTA COME LAVORO E BENI COMUNI?
Per rappresentare le esigenze dei cittadini che, in questi anni di immobilismo della politica, sono stati completamente calpestate. C’è bisogno di rappresentare la vera opposizione, quella che non è stata fatta fino a oggi.

 

CHE CITTÀ LASCIA MICHELINI?
Michelini lascia una città che è completamente all’abbandono, sporca, degradata. Basta guardare le strade, la spazzatura nel centro. Ma, oltre a questi problemi palesi, ci sono numerose problematiche che non sono state affrontate come la gestione delle acque termali, iniziative culturali, gestione del patrimonio pubblico inutilizzato, il rinnovo di un piano urbanistico vecchissimo che ha penalizzato la ristrutturazione del patrimonio pre-esistente in favore di nuovo cemento.
La responsabilità non è solo di Michelini ma di tutte le giunte precedenti fino ad arrivare alla sua che è stata completamente immobile. C’è stata un’inerzia totale. Dal comune non è stata lanciata nessuna proposta culturale di rilievo e solo al termine del mandato è stato riaperto il teatro Unione. Proprio sotto l’aspetto cultura abbiamo assistito alla nascita di un monopolio privato e commerciale che ha arruolato volontari e lavoro sottopagato proprio per l’incapacità del comune di fare altre proposte.
Non sono stati posti limiti ai colossi della grande distribuzione e anzi, sono stati lasciati in una situazione di dominazione nei confronti delle attività commerciali e artigianali del centro, oramai quasi estinte.

 

CI ELENCHI TRE PUNTI CARDINE DEL VOSTRO PROGRAMMA.

Primo punto – Viterbo città turistica e termale:
Su questo punto abbiamo un progetto grande con un piano organico generale che si basa principalmente sul termalismo e sul recupero dei beni architettonici ed artistici esistenti.

Il termalismo è un tema nostro e per il quale ci siamo battuti per anni, non solo sotto campagna elettorale, e riguardo il quale siamo al corrente di ogni criticità. Sono immediatamente necessari l’emissione di un bando per il recupero delle Terme INPS, la distribuzione su più operatori dei 70 litri al secondo di acqua che le vari sorgenti producono e l’estensione delle concessioni.

E poi, come fanno tutte le città termali italiane, una convenzione con l’INPS. È paradossale ma dagli elenchi degli alberghi e degli stabilimenti termali non risulta nessuna struttura alberghiera di Viterbo, tantomeno quella comunale, convenzionata con l’ente pubblico. Come ha potuto un comune, con giunte sia di destra che di sinistra, permettere di non inserire negli appalti di concessione una clausola di convenzione? Parliamo di tantissime persone, che potrebbero scegliere Viterbo per le cure termali, costrette ad andare altrove.

Le terme sarebbero un ottimo modo per attrarre il turista interessato a soggiornare in zona ma è necessario anche un rilancio del patrimonio architettonico ed artistico del capoluogo e delle frazioni. Bisognerebbe indirizzare l’edilizia verso la riqualificazione del patrimonio già esistente e non tramite la creazione di nuovo cemento. Anche nel pubblico, come nel privato, sono necessarie riqualificazione e riapertura degli immobili non utilizzati. È necessario poi sostenere la vita dei centri storici attraverso incentivi ad aziende artigianali e commerciali. Così come l’incentivazione anche ai piccoli proprietari che vogliono investire nella ristrutturazione dei propri immobili.

Secondo punto – I beni comuni e la riappropriazione delle gestioni di questi ultimi:
acqua potabile, gestione dei rifiuti, trasporti. Perché tutti questi servizi, a partire da Talete fino ad arrivare a Viterbo Ambiente, hanno offerto servizi scadenti e molto costosi per i cittadini. Siamo convinti che una gestione comunale di questi servizi potrebbe dare migliori rendimenti sia in termini di qualità che in termini di costi. Spostandoci di pochi km, nei comuni dell’Umbria, possiamo apprezzare decoro nelle città e costi contenuti.

Terzo punto – ambiente e agricoltura:

  • Controllo ambientale: riduzione pesticidi e grande attenzione alle acque
  • Rilancio ambientale
  • Messa in uso degli oltre 170 ettari di terreno agricolo abbandonati e non utilizzati di proprietà del Comune in località Volpara; in parte anche cedendoli in uso, tramite bandi pubblici, ad associazione cooperative di giovani per produzioni locali certificate, stipulando accordi con distribuzione locale e incentivando la produzione e la distribuzione a km 0.
  • Realizzazione del Centro Agroalimentare sempre in zona Volpara dove il progetto è già pronto da anni
  • Interlocuzione , coordinamento e sostegno tra gruppi di distribuzione e produttori della zona per incentivare la vendita di prodotti km 0
  • Creazione di uno spazio per un mercato coperto a Viterbo e spazi per piccoli mercati rionali
  • Ampliamento e riqualificazione del parco di Prato giardino sfruttando lo spazio oggi occupato dallo stadio comunale che verrebbe spostato in area Cassia Sud di proprietà comunale evitando anche alla città i problemi di traffico connessi
  • Riqualificazione dei parchi naturali Bullicame e Arcionello e dei parchi archeologici come quello di Castel D’Asso, grandi risorse che il territorio ci offre ma mai sfruttate
  • Inserimento insieme al pacchetto generale di promozione e pubblicità turistica della città anche i siti archeologici e naturali sopra citati

 

COSA LE PIACE DI VITERBO?
Viterbo stessa, ogni angolo che profuma di storia, il suo immenso patrimonio artistico, i suoi monumenti naturali la Callara e il parco termale. Gli immensi tesori che ci offre e che non abbiamo ancora saputo cogliere.

 

COSA NON LE PIACE DI VITERBO?
L’immobilismo e l’inerzia, soprattutto di chi possiede ingenti capitali immobiliari e fondiari ma vive di rendite senza investire, lasciando tutto fermo. Reputo che questo sia una disaffezione alla città e al suo sviluppo.

 

UNA FRASE PER I VITERBESi CHE LA VOTERANNO.
Faremo rinascere la città

 

UNA FRASE PER I VITERBESI CHE NON LA VOTERANNO.
Faremo rinascere questa città

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