Insogna (Fondazione): “Serve una classe dirigente capace di fare progetti, di avere idee per il futuro”

Insogna (Fondazione): “Serve una classe dirigente capace di fare progetti, di avere idee per il futuro”

Elezioni 2018 - Sergio Insogna punta dritto su Palazzo dei Priori, candidato nella lista di Fondazione, al fianco di Gian Maria Santucci. Il Polo Civico a sostegno del candidato sindaco Giovanni Arena, che con la sua nascita ha "sfoltito" il quadro politico rispetto al 2013. Di Viterbo, dei suoi problemi e di quello che un'amministrazione dovrebbe fare ne abbiamo parlato con Insogna.

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Sergio Insogna punta dritto su Palazzo dei Priori, candidato nella lista di Fondazione, al fianco di Gian Maria Santucci. Il Polo Civico a sostegno del candidato sindaco Giovanni Arena, che con la sua nascita ha “sfoltito” il quadro politico rispetto al 2013. Di Viterbo, dei suoi problemi e di quello che un’amministrazione dovrebbe fare ne abbiamo parlato con Insogna.

Perché c’è bisogno di Insogna in consiglio comunale?

“Se la mettiamo così mi viene da dire che tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Certo è che in diverse consigliature Insogna ha fatto sentire la sua presenza. Ritengo di aver dato un contributo significativo in termini di idee, progetti e iniziative utili alla città. L’ultima azione che rivendico è il progetto sullo sport, approvato recentemente in consiglio. Un documento importante, approvato all’unanimità. Sono stata parte attiva e reputo di essermi impegnato per la città, con concretezza. Insogna in consiglio continuerà a essere vicino alle associazioni, al terzo settore, al volontariato, allo sport”.

Cosa è importante mettere al centro del dibattito politico cittadino?

“I temi importanti sono diversi ma la cosa principale è mettere al centro il confronto, il dialogo, la partecipazione dei cittadini. Tutto questo è in fondo quello che è mancato nei cinque anni di amministrazione Michelini. Tornando ai temi è importante affrontare davvero la questione terme. Altra cosa importante è legata alle strade, alle caditoie, ai marciapiedi, ai parchi pubblici. Centrale inevitabilmente il centro storico, serve una prospettiva seria. Direi che serve un piano Marshall per il centro storico”.

Come è messa Viterbo?

“Credo che a volte tendiamo a essere troppo severi con la nostra città. Viterbo ha tante caratteristiche belle ma c’è bisogno di un serio lavoro di rilancio. Deve diventare una città aperta, accogliente per i turisti”.

Dove deve andare la città?

“Deve guardare oltre la siepe. A novanta chilometri da qua c’è Roma. Milioni di residenti, milioni di turisti. Vicino abbiamo Civitavecchia. Il tema del turismo è strategico per la possibilità di una crescita economica, Bagnoregio ce lo ha insegnato. La cosa di cui c’è più bisogno sono le idee, i progetti. Quello che manca a Viterbo sono i progetti, sono le traiettorie, il decidere dove andare. Serve una classe dirigente capace di progettare il futuro”.

Cosa ha bloccato lo sviluppo? Come rimuovere il tappo?

“Lo sviluppo è stato bloccato da scelte sbagliate fatte decenni fa, che hanno isolato il capoluogo. Il tappo si può rimuovere solo con un impegno serio. Da una parte occorre guardare all’ordinaria amministrazione: le buche, i marciapiedi, etc; ma poi serve anche guardare oltre”. 

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