Immigrazione: quando l’odio sui social si trasforma in violenza nella realtà

Immigrazione: quando l’odio sui social si trasforma in violenza nella realtà

Editoriali - Come è stato accolto sui social l'atto vandalico al casale di Acquapendente che avrebbe dovuto ospitare una trentina di immigrati?

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Pochi giorni fa una struttura della Regione Lazio ad Acquapendente, all’interno della riserva del Monte Rufeno, è stata completamente vandalizzata. Il motivo è presto detto: avrebbe dovuto ospitare un gruppo di circa 30 africani tra i 16 e i 30 anni che, tra le altre cose, si trovano già nella cittadina della Tuscia in un’altra struttura. Il trasferimento sarebbe dovuto avvenire questa settimana, ma per ora tutto è bloccato. Il Comune ha stimato un danno di circa 7mila euro.

Quello di Acquapendente, però, è solo l’ultimo di una serie di eventi che hanno al centro gli immigrati e la politica dell’accoglienza. L’origine di tutto, però, è da ricercare fuori dallo spettro della realtà fisica, ma all’interno dell’immateriale internet: nei social. Da tempo, ormai, facebook e simili sono diventati la nostra finestra verso la realtà. Ci informiamo, scambiamo opinioni, litighiamo e ci confrontiamo on line. Ma quanto è attendibile l’informazione che troviamo sui social? A volte molto poco. Immagini create ad arte, siti d’informazione satirici, bufalari o volutamente diffamatori, spesso ci traggono in inganno, indirizzando il nostro giudizio.

Sulla questione immigrazione il popolo del web si divide idealmente in due schieramenti: quelli a cui l’immigrazione non sembra dar fastidio, chiamati “buonisti” dagli altri, e quelli che a cui sembra dar fastidio, chiamati “razzisti” dai primi. Per capire se il fenomeno si presenta allo stesso modo anche in una piccola comunità come quella aquesiana, subito dopo il lancio della notizia siamo andati a curiosare sui social per vedere la reazione a questo preciso episodio.

Scorrendo i commenti alla notizia presenti su alcuni gruppi, infatti, ecco apparire sempre più frequentemente la condanna al gesto vandalico. In una lunga conversazione trovata, infatti, in molti si scagliano contro i responsabili del gesto. “Questo è il risultato di tutto questo sparare a zero contro tutti…Si sa, è facile armare le mani di ignoranti”. “Bisogna avere più paura dei nostri concittadini…a quanto pare”. E così via su tanti altri commenti. In pochi cercano di trovare un senso al gesto compiuto nella riserva.

Scorrendo un po’, però, si trova un articolo più vecchio dove si parla dell’arrivo dei migranti ad Acquapendente e qui le cose sono totalmente opposto. La maggior parte dei commenti, infatti, è fatta da persone che si dichiarano “stanche” di questi nuovi arrivi. Colpisce fra le tante osservazioni una che sembra essere particolarmente studiata: “I migranti di oggi sono la classe media-alta di quei paesi e non hanno tanta voglia di lavorare e senso civico e delusi si buttano su estremismo religioso o sul crimine”, anche se non si capisce da dove questo dato sia stato tratto.

Fra notizie vere, bufale, pressapochismi e una campagna politica incentrata sull’odio, però, l’unico risultato che si può ottenere è che dalla tastiera si passi ai fatti. Pochi giorni fa, infatti, dei vandali hanno smesso di scrivere commenti infuocati sui social e hanno devastato un casale appartenente alla Regione. Qual è il prossimo passo dell’escalation?

Foto Fisioterapy Center

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