Il voto a Viterbo dentro la tempesta della politica nazionale. Leghisti e forzisti psicologicamente già distanti

Il voto a Viterbo dentro la tempesta della politica nazionale. Leghisti e forzisti psicologicamente già distanti

Elezioni 2018 - Già distanti, per ora con il cuore e con la testa. Domani, con ogni probabilità, anche con il corpo. Forza Italia e Lega non sono tutte d'un sentimento, anzi. Il livello nazionale preme sull'animo dei militanti e dirigenti dei partiti a livello locale. Basta farsi un giro sulle bacheche dei leghisti viterbesi per trovare chiari segni di questa diversità rispetto a Forza Italia.

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Già distanti, per ora con il cuore e con la testa. Domani, con ogni probabilità, anche con il corpo. Forza Italia e Lega non sono tutte d’un sentimento, anzi. Il livello nazionale preme sull’animo dei militanti e dirigenti dei partiti a livello locale. Basta farsi un giro sulle bacheche dei leghisti viterbesi per trovare chiari segni di questa diversità rispetto a Forza Italia.

Uno su tutti Enrico Contardo, figura ragionevole e moderata. Nelle ultime ore un paio di post significativi in questa direzione. In uno scrive: “Se alle prossime elezioni la coalizione sarà Lega, FdI, Movimento Cinque Stelle vinciamo il 100% dei collegi uninominali e prendiamo il 70% dei voti”.

In un altro mette un bel pollice verso vicino al nome Berlusconi. E un pollice alzato per il pentastellato Di Maio. Lega e Forza Italia sono ai ferri corti. Ieri sera a Matrix un duro botta e risposta tra il neo governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani ha messo bene in evidenza quanto sta accadendo. E con questo clima il Comune di Viterbo va al rinnovo. Con un candidato sindaco della coalizione, che esiste e non esiste, del centrodestra che viene da Forza Italia.

Ma se la maretta diventa inevitabile tra gli alleati ancora peggio accade presso l’elettorato. Un elettore della Lega sarà davvero disposto a votare un sindaco forzista come Giovanni Arena? La domanda è lecita. La domanda se la stanno ponendo in tanti in queste ore in città. Anche dentro la coalizione stessa. E la previsione di un fiume di voto disgiunto prende quota. Attediamo il 10 giugno per essere smentiti.

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