Il Sodalizio dei Facchini al Comune: “Le nostre strade sono destinate a mai più incrociarsi”

Il Sodalizio dei Facchini al Comune: “Le nostre strade sono destinate a mai più incrociarsi”

Politica - Le ferite aperte sulla città nella contrapposizione tra Comune di Viterbo e Sodalizio dei Facchini non si guariscono. E non è certo per l'azione della stampa, ma per l'inattività delle diplomazie.

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facchini“Serra & Co. stiano sereni, le nostre strade sono destinate a mai più incrociarsi, men che mai il 3 settembre. Quindi ribadiamo la rassicurazione fatta a una signora qualche giorno fa: i politici rimangano lontani”, firmato Sodalizio dei Facchini. Una frase forte indirizzata al politico e a chi dentro la maggioranza la pensa come lui.

Così i portatori della Macchina di Santa Rosa decidono d’intervenire, in risposta alle dichiarazione rilasciate nella nota trasmissione Sbottonati di Radio Verde dal capogruppo del Pd Francesco Serra.

 

La domanda e la risposta del consigliere comunale

D: Cambiamo argomento. Perché non riuscite a far pace con i Facchini di Santa Rosa?

R: “Santa Rosa è la festa di santa Rosa e non dei Facchini di Santa Rosa. Questa è una ovvietà che va riconfermata. La polemica è inopportuna, noi dobbiamo mantenere un atteggiamento da istituzione. Leggo forzature sui social network. Si cerca di riattizzare polemiche. Non capisco quale sia il problema: stiamo facendo la macchina nuova, non senza sacrificio perché non era scontato visto che costa 1 milione di Euro. Mi sembra esagerato. Anche qui tra l’altro c’è di mezzo Viva Viterbo che ha fatto un emendamento in consiglio comunale che non si poteva fare, complicando una situazione che invece ci doveva premiare. Sembra che si voglia creare per forza una guerra di questa rilevanza e mi sembra stucchevole”.

 

La replica postata sulla pagina facebook del Sodalizio

“A Serra ribadiamo che i Facchini non hanno mai detto che il 3 settembre sia la loro festa. E se non è la festa dei Facchini ( che portano la Macchina) ancora meno è la festa dei consiglieri comunali, alcuni dei quali “se cecano l’occhi” per sfilare davanti ai Facchini! È il capogruppo PD che veramente in modo stucchevole va ripetendo la stessa frase come un mantra, tanto da far pensare che questa vicenda sia per lui e altri suoi colleghi un vero e proprio incubo, altro che atteggiamento da istituzione!
Un’altra cosa; da come parla Serra, pare che la nuova Macchina la stiano facendo per i Facchini, dimostrando di non aver capito un accidente. Ai Facchini poco importa di quello che c’è tra Santa Rosa in cima e loro sotto le travi della base. I Facchini portando in trionfo Rosina rinnovano il loro atto di fede al di là di tutto il resto, senza se e senza ma.
Poi ci vengono a parlare di clima distensivo…per carità, sempre peggio. Serra & Co. stiano sereni, le nostre strade sono destinate a mai più incrociarsi, men che mai il 3 settembre. Quindi ribadiamo la rassicurazione fatta ad una signora qualche giorno fa: i politici rimangano lontani”.

 

Riflessioni a margine

Il botta e risposta tra Palazzo dei Priori e i cavalieri di Santa Rosa continua, così come continua a rimanere alta la tensione. Una situazione imbarazzante e grave per la città di Viterbo, che trova la divisione anche tra le realtà che custodiscono la tradizione del trasporto. Non bastava il fronte culturale cittadino a deflagrare, con la rottura col Sodalizio un altro pezzi di tessuto connettivo cittadino salta.

E metterci dei punti di sutura sembra stia diventando sempre più difficile. Ci permettiamo un consiglio, perché è necessario tornare tutti “d’un sentimento” ed evitare altri attriti e “sorpresacce”, Palazzo dei Priori dedichi cura a risanare questo rapporto. Il sindaco è troppo ottimista nel pensare che il tempo guarirà le ferite da sé. Deve muoversi, questa è la città che amministra. E sapere amministrare significa anche fare il pompiere su certe situazioni. E sbaglia anche chi pensa che tutta questa situazione è aizzata dalla stampa. La stampa non fa altro che il suo lavoro, mettendo in evidenza i nervi scoperti e le criticità esistenti. Chi, specie tra i consiglieri comunali, venisse attraversato da questa idea può tirare fuori la matita regalata da Paolo Simoni per Charlie e riflettere davvero su cosa significa il giornalismo.  Può anche non piacere, ma in questo caso per coerenza buttate quella matita.

 

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