Il pagellone di fine anno/2

Il pagellone di fine anno/2

Politica - Ed ecco il turno della minoranza. All'opposizione, si sa, è più facile

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Ed ecco il turno della minoranza. All’opposizione, si sa, è più facile.

Luigi Buzzi (Fratelli d’Italia) voto 7. La sua esperienza da assessore e la sua lunga militanza politica pesano. Sempre preciso nelle parole, mai fuori posto. Spesso si trova a puntualizzare sui regolamenti e tutti lo ascoltano religiosamente. Profeta.

 

Chiara Frontini (Viterbo 2020) voto 7,5. Sostiene Michelini al ballottaggio, ma dal giorno dopo è la più feroce delle oppositrici. Fa quello che avrebbe dovuto fare, in parte, SEL. Propone, emenda, gioca con il regolamento e pianifica la battaglia per portare a casa il risultato. Forte anche nella comunicazione. Energica.

 

Giulio Marini (Forza Italia) voto 5,5. Vederlo tra i banchi della minoranza in consiglio fa ancora un certo effetto e per questo prende mezzo voto in più. È più competente di una larga fascia di consiglieri, per ovvie ragioni. Non si fa però ancora ricordare per interventi risolutivi. La sua conferenza stampa nella quale dava lezioni su come sfruttare la filiera politica Comune-Regione ha fatto sorridere. Burlone.

 

Claudio Ubertini (Forza Italia) voto 4. Lo ricordiamo solo per le sue parole sugli omosessuali (“per me non è una cosa naturale, non rientra nella mia cultura”) e questo non gli fa molto onore. Acculturato.

 

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Gianluca De Dominicis (Movimento 5 Stelle) voto 7,5. Gestisce malissimo la campagna elettorale ottenendo una briciola di quello che il suo movimento avrebbe potuto raccogliere. Una volta in consiglio però si fa valere, ascolta il territorio, non è mai ideologico e valuta sul merito ogni elemento. Mai preconcetto nelle analisi e si fa da parte quando capisce che la sua presenza sarebbe di intralcio all’approvazione di mozioni delicate. Costruttivo.

 

Gianmaria Santucci (Fondazione) voto 6,5. Ne sa una più del diavolo, l’inesperienza della maggioranza e del presidente del Consiglio gli permettono di fare quello che vuole. È un fuoriclasse sul metodo, sa bene come fare inciampare gli avversari. Il sindaco di Istanbul (è ormai leggenda il fatto che il suo movimento su Facebook abbua più fan nella città turca che a Viterbo) però sarà ricordato anche per gli 800.000 emendamenti al bilancio. Perdigiorno.

 

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