Il midterm di De Dominicis tra politica e “filosofia” del M5S

Il midterm di De Dominicis tra politica e “filosofia” del M5S

Editoriali - Una sorta di midterm elections all'americana. Le dimissioni del grillino Gianluca De Dominicis da consigliere comunale previste per il 12 aprile consegnate nelle mani della cittadinanza (e non ai militanti del Movimento 5 Stelle) hanno un sapore particolare, un po' contraddittorio e mi [...]

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Una sorta di midterm elections all’americana. Le dimissioni del grillino Gianluca De Dominicis da consigliere comunale previste per il 12 aprile consegnate nelle mani della cittadinanza (e non ai militanti del Movimento 5 Stelle) hanno un sapore particolare, un po’ contraddittorio e mi lasciano un po’ basito.

 

Dal punto di vista politico: De Dominicis pessimo candidato, bravo consigliere

Sarà la scarsa fiducia nella democrazia diretta tout-court, sarà la consapevolezza che per il cittadino arrabbiato risulti sempre più facile “sparare” nel mucchio che non farlo, sarà quel che sarà, ma le dimissioni di Gianluca De Dominicis sono un qualcosa che secondo me andrebbe evitato.

Il consigliere De Dominicis, dopo aver fatto un anno fa una (secondo me) pessima campagna elettorale, forse una delle peggiori tra i candidati papabili per l’arrivo al ballottaggio, oggi è uno dei consiglieri più attivi e attenti. E allora perché “cercare la mischia” in piazza e non proseguire il lavoro fatto fino ad ora?

 

Dal punto di vista filosofico: la contraddittoriertà della logica dei portavoce del movimento

Se per il Movimento 5 Stelle un consigliere è solamente un portavoce (quindi con scarsa -o zero- autonomia dal Movimento stesso) e uno vale l’altro, per quale motivo si chiede alla cittadinanza se lasciare spazio ad un altro portavoce?

Secondo la logica dei portavoce del movimento la domanda andrebbe fatta proprio al Movimento, che dovrebbe valutare, appunto, se il consigliere ha svolto bene il ruolo di portavoce, più che di consigliere. Per questo motivo non dovrebbe chiederlo alla cittadinanza. Chiederglielo, tra l’altro, significa riconoscere una autonomia al consigliere che gli si è voluta (in un certo senso) negare affidandogli proprio il ruolo di portavoce del movimento.

O il Movimento 5 Stelle pensa che movimento e cittadinanza si equivalgano?

 

 

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