Il Mantegna della National Gallery è a piazza Crispi

Il Mantegna della National Gallery è a piazza Crispi

Homepage - Dalla National Gallery di Londra a Viterbo. Arrivato oggi in città il quadro di Mantegna oggetto di scambio momentaneo con la realtà inglese. Dal Museo Civico di piazza Crispi è volato oltre Manica il capolavoro di Sebastiano Del Piombo La Pietà e fino al 25 marzo il capoluogo della Tuscia ha la possibilità di esporre un altro quadro di un grande pittore italiano.

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Dalla National Gallery di Londra a Viterbo. Arrivato oggi in città il quadro di Mantegna oggetto di scambio momentaneo con la realtà inglese. Dal Museo Civico di piazza Crispi è volato oltre Manica il capolavoro di Sebastiano Del Piombo La Pietà e fino al 25 marzo il capoluogo della Tuscia ha la possibilità di esporre un altro quadro di un grande pittore italiano.

Ad accogliere il dipinto che raffigura una scena sacra il sindaco Leonardo Michelini e il responsabile della Cultura Antonio Delli Iaconi.

La datazione tarda dell’opera si basa su alcuni elementi compositivi, tecnici e stilistici. La quinta multipla di piante di agrumi ricorda quella analoga della Pala Trivulzio (1497), mentre il capriccioso incresparsi dei panneggi dal taglio metallico riecheggia altre opere della fase tarda dell’artista, come la Madonna della Vittoria (1497) o i monocromi come l’Introduzione del culto di Cibele a Roma (1505-1506).

Maria è seduta su un trono con un alto baldacchino drappeggiato di rosso, col Bambino in piedi sulle ginocchia. Come di consueto i loro sguardi non si incrociano, ma nei loro gesti si trasmette un senso di intima familiarità.

A sinistra si vede san Giovanni Battista, riconoscibile dalla tipica pelliccia da eremita nel deserto, il bastone con la croce e il cartiglio, che reca il tipico [EC]CE AGN[US DEI, EC]CE [QUI TOLLIT PEC]CATA M[UNDI] (“Ecco l’Agnello di Dio, ecco chi toglie i peccati dal mondo”), mentre sul retro, in caratteri minuti, si trova la firma dell’artista (Andreas Mantinia C.P.F…: F sta forse per “fecit”, mentre C e P ricordano forse il suo titolo di Conte Palatino, ottenuto nel 1469). A destra si riconosce la Maddalena, con l’ampolla degli unguenti. L’opera è caratterizzata da colori vivaci e accesi, che si trovano raramente in altri lavori dell’artista.

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