Il Comune di Bagnoregio finanzia il restauro di due zanne di un elefante primitivo

Il Comune di Bagnoregio finanzia il restauro di due zanne di un elefante primitivo

Homepage - Bigiotti: “Un altro piccolo passo per la valorizzazione e lo sviluppo turistico sostenibile del territorio della Tuscia”. L’elefante “dalle zanne dritte” popolava le pendici dei vulcani Vulsini (intorno a 300 mila anni fa lo sprofondamento di 3 dei 5 vulcani creò l’ampia depressione oggi occupata dal lago di Bolsena), insieme a rinoceronti, bufali, cervi, e tanti altri animali.

ADimensione Font+- Stampa

Il Comune di Bagnoregio fa restaurare due zanne di un elefante primitivo. Grazie alla copertura delle spese di restauro da parte dell’ente e sotto l’egida della Soprintendenza due estremità di zanne dell’elefante estinto Palaeoloxodon antiquus rinvenute presso Civitella d’Agliano e Graffignano sono state consegnate ieri al Laboratorio del Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi “Roma Tre”, dove saranno restaurate dal Dr. Luca Pandolfi, ricercatore esperto in paleontologia dei vertebrati, vincitore dal 2013 di 6 progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea (SYNTHESYS), di un assegno di ricerca dell’Università, e del premio “Renato Funiciello” per la migliore tesi di dottorato del 2015.

L’elefante “dalle zanne dritte” popolava le pendici dei vulcani Vulsini (intorno a 300 mila anni fa lo sprofondamento di 3 dei 5 vulcani creò l’ampia depressione oggi occupata dal lago di Bolsena), insieme a rinoceronti, bufali, cervi, e tanti altri animali. Appena terminato il restauro le zanne saranno esposte al Museo Geologico e delle Frane di Civita di Bagnoregio, che con l’occasione amplierà l’area espositiva con una nuova sezione dedicata ai numerosi grandi e piccoli vertebrati che vivevano tra boschi, torrenti e specchi d’acqua intorno al Distretto Vulcanico Vulsino durante la sua attività (da 600 mila a 125 mila anni fa).

Per il sindaco di Bagnoregio, Francesco Bigiotti, è “un altro piccolo passo per la valorizzazione e lo sviluppo turistico sostenibile del territorio della Tuscia; il Comune si sta impegnando insieme al Museo affinché Civita diventi anche un centro di raccordo e coordinamento per le attività scientifiche di ricerca sul territorio. Molti siti archeologici e paleontologici sono in fase di studio, grazie all’impegno della Soprintendenza, del nostro Museo, delle tre Università di Roma e di quella di Firenze, e delle diverse Associazioni locali; studiare il territorio è fondamentale per favorire la sua crescita, e permetterà di ampliare l’offerta turistica sia con nuove sezioni espositive nel Museo di Civita, sia con musealizzazioni all’aperto nei siti più importanti, come le fornaci di epoca romana presso Vetriolo, la necropoli di Lubriano e i più ricchi siti a vertebrati del nostro passato geologico”.

 

 

 

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune