Il Circolo nautico Capodimonte costretto a chiudere dopo 48 anni, pronta una campagna per salvarlo

Il Circolo nautico Capodimonte costretto a chiudere dopo 48 anni, pronta una campagna per salvarlo

Homepage - Nei prossimi giorni il varo della campagna “Salviamo la vela. Salviamo il lago” per assicurare un futuro a una delle eccellenze sportive e non solo della Tuscia.

ADimensione Font+- Stampa

È iniziata la corsa contro il tempo per scongiurare la chiusura del Circolo nautico Capodimonte: il terreno che lo ospita dal 1° gennaio 2017 andrà in gara al miglior offerente. Una realtà sportiva sorta nel 1969 sulla sponda capodimontana del lago di Bolsena, grazie alla determinazione di alcuni appassionati velisti, pionieri nella pratica e diffusione della vela nella provincia di Viterbo. Dopo 47 anni il Comune di Capodimonte per la prima volta ha rinnovato per un solo anno il contratto di affitto del terreno che insiste in località Pajeto e questo vuol dire che il 31 dicembre 2016, se non subentreranno novità, le circa 200 imbarcazioni tra derive e cabinati del Club velico potrebbero lasciare per sempre Capodimonte alla volta di chissà quale approdo (alcuni Comuni lacustri avrebbero già dato disponibilità ad accogliere la nutrita flotta velica). Il terreno che da sempre ospita il Circolo dal 1° gennaio 2017, secondo quanto deliberato dall’Amministrazione comunale, andrà in gara al miglior offerente e considerando che nel frattempo quell’area è divenuta zona di rilevanza turistica, intorno a essa potrebbero manifestarsi interessi commerciali rispetto ai quali un’associazione sportiva dilettantistica come il Club velico non può certo competere.

“Ricordiamo che il Circolo nautico il primo a essere affiliato dalla Federazione Italiana Vela nella provincia di Viterbo e associato al Coni, – scrivono da Capodimonte – in quasi 50 anni di attività ha organizzato oltre 500 regate veliche di rilevanza zonale, regionale e internazionale, con più di 15mila velisti, visto crescere intere generazioni di campioni italiani e mondiali di vela, portando il nome di Capodimonte in giro per il mondo. Una struttura sportiva apprezzata anche da Club velici blasonati e dai giudici federali, distinguendosi in particolare per mezzi e capacità organizzative nelle regate, messi a disposizione gratuitamente anche degli altri circoli lacustri. Per non parlare della scuola vela, l’unica riconosciuta dalla Federazione Italiana Vela nel lago di Bolsena, che nel corso degli anni grazie alla sua équipe di istruttori federali ha formato più di 5.000 aspiranti velisti e che oggi può vantare una squadra agonistica di tutto rispetto. Per le sue peculiarità il Club nautico Capodimonte rappresenta inevitabilmente un attrattore turistico di primaria importanza per il territorio sia nell’arco della stagione estiva con numerose presenze anche di turisti stranieri, sia in occasione dei numerosi eventi sportivi di rilevanza nazionale che ogni anno vengono organizzati, impattando positivamente sulle strutture ricettive e commerciali presenti in tutta l’area.

Ma l’attività del Club velico – proseguono dal Circolo – non si distingue solo in ambito sportivo e turistico. In questi decenni ha anche promosso: iniziative ambientalistiche dedicate al lago attraverso seminari ed escursioni; progetti educativi e concorsi per le scuole elementari e medie inferiori e superiori per sensibilizzare i ragazzi alla pratica della vela; manifestazioni e premi culturali con artisti affermati; iniziative sociali e benefiche tra cui il progetto “Via col Vento” in collaborazione con la Asl di Viterbo e l’Associazione “Eta Beta” rivolte ai giovani diversamente abili e la sezione giovani dei Lions.

Un’attività a tutto tondo – concludono – che nell’arco di qualche mese potrebbe venire eclissata arrecando un danno incalcolabile per l’alto Lazio. Per questo motivo nei prossimi giorni sarà varata la campagna di sensibilizzazione “Salviamo il lago. Salviamo la vela” rivolta a istituzioni, associazioni sportive, socio-culturali e ambientaliste, operatori turistici, giovani e quanti hanno a cuore la salvaguardia di uno dei tesori della Tuscia”.

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune