Il bestiario dello shopping natalizio: assatanati, tirchi, radical chic e tanti altri

Il bestiario dello shopping natalizio: assatanati, tirchi, radical chic e tanti altri

Homepage - Nel calderone dello shopping c'è di tutto e di più. E' il Natale, bellezza. Verrebbe da dire. Così siamo usciti anche noi, ci siamo immersi tra la folla, ne abbiamo fatto parte per diverse ore e cercato di rapire le anime, le diverse anime, di chi è chiamato all'azione dell'acquisto natalizio. Gesto mitico, quasi erotico. A cui è davvero difficile sottrarsi. Radical chic inclusi. Ne abbiamo stilato un bestiario apposito, per divertirci e divertire.

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Una manciata di giorni a Natale. Siamo entrati, volenti nolenti o “malenti” (per i latinisti), nella zona rossa. File in auto, infiniti giri nei più svariati negozi ed eterni ritorni stile Nietzsche nei medesimi posti a distanze ravvicinate. Grandi sorrisi e musi lunghi, occhi stanchi e pupille impallate in piena overdose da acquisti. Nel calderone dello shopping c’è di tutto e di più. E’ il Natale, bellezza. Verrebbe da dire. Così siamo usciti anche noi, ci siamo immersi tra la folla, ne abbiamo fatto parte per diverse ore e cercato di rapire le anime, le diverse anime, di chi è chiamato all’azione dell’acquisto natalizio. Gesto mitico, quasi erotico. A cui è davvero difficile sottrarsi. Radical chic inclusi. Ne abbiamo stilato un bestiario apposito, per divertirci e divertire. Senza offesa per nessuno.

Gli assatanati. Sarebbe effettivamente più corretto declinare al femminile: le assatanate. Sguardo vitreo, simile al ghiaccio di chi non teme nulla. Neppure un crollo del conto in banca, che sarebbe poca cosa rispetto al crollo della borsa dopo la vittoria del no al referendum. Come dite? Non ci fu nessun crollo? Ah, è vero. E’ che con così tanti Soloni che ce lo avevano raccontato facciamo difficoltà a ricordarci che era tutta una bufala interessata. I movimenti sono ingordi, da bulimici. Prendono su tutto, di tutto sembrano avere bisogno. Perché non c’è niente di più bello che soddisfare le persone a cui vuoi bene. Poi magari ti riempiono di cianfrusaglie, più o meno costose, e non trovano tre parole da metterti sul bigliettino. E’ che quelle, le parole, non si comprano.

I tirchi. Li riconosci perché girano con l’elenco dei doni da fare sula mano sinistra. A loro non li freghi, a ogni persona cara corrisponde un solo regalo. Se possono restringono e magari ne fanno mezzo. Davanti a un pigiama rimangono perplessi. Lo guardano e si domandano: ma perché non è possibile acquistare solo il sotto o soltanto il sopra? Così saprebbero cosa regalarti l’anno dopo. La loro modalità di scelta è chiara: chiedono i prezzi di tutto e poi decidono cosa farsi impacchettare. Stranamente coincide sempre con l’articolo che costa meno.

I mariti. Li abbiamo sempre nel cuore. Quando si tratta di shopping li vedi dare il meglio. Non hanno sofferto così nemmeno il giorno della nascita. Capelli sconvolti o caduti, nei casi di recidiva nella nobile arte dell’accompagnare. Occhietto impallato e una sola richiesta: pausa tecnica per un aperitivo. Dopo il terzo tutto diventa più leggero.

Le amiche. Non fanno regali, si misurano. Scrutano l’una l’altra e comparano, comparano, comparano. Insomma gareggiano più che essere impegnate a comprare.

I radical chic. Non fanno regali perché il Natale è da sfigati. I regali sono da sfigati. Il consumismo è da sfigati. L’unica cosa figa sono loro, al limite è un po’ figo il pantalone un po’ corto e stretto che fa vedere il calzino. Li riconosci perché guardano con sdegno tutta quella massa piena di pacchetti. Ma davvero non regalano niente? Consigliamo di dare uno sguardo sul loro traffico Amazon.

I fricchettoni. Sembrerà strano ma non sono ancora estinti. Restano minoranza, come piace a loro. Per loro il Natale è la sagra della lana cotta e regalano tutta roba in stile. Il top? Cappottino vintage in lana cotta. Ma piacciono tanto anche le Pigotte, molto eque e solidali.

I nerd. Comprano solo roba con la mela e sognano vacanze in Val di Non.

I ricicloni. Del protocollo Rifiuti Zero non gliene frega niente e non hanno ancora ben capito come funzionano i mastelli per la differenziata. Sono esperti solo nel riciclare regali. E così la bottiglia regalata dal collega diventa ottima da bere per lo zio, il panettone artigianale per la suocera, il pacco di Natale dell’ufficio per le nonne.  Prima o poi, se particolarmente distratti, potranno finire per presentarsi a casa vostra con quello che gli avete donato la sera prima.

Gli intellettuali. Da loro puoi aspettarti solo libri. Maledetto il giorno che hanno inventato i Kindler, una diavoleria. Il loro motto? “La carta è sempre la carta. Vuoi mettere la bellezza di sfogliare le pagine”. Possono essere abbastanza pericolosi. Regalo cult: I Buddenbrook di Thomas Mann.

I naturopati. Bottega Verde è il loro tempio e quando vi porgono il pacchetto indovinare sul contenuto non è poi così difficile. Si tratta di una crema corpo. Resta solo scartare e vedere se alla Calendula o al Dente di Leone. Wow, sorpresone.

I ritardatari. Forse sono i più tristi. Ma possibile che non riuscite a prendere un’ora per voi e per le persone a cui volete bene prima del 24?

 

 

 

 

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