I diari della motocicletta – Un paradiso per caso

I diari della motocicletta – Un paradiso per caso

Primo Piano - Ripartiamo a malincuore da Å con impressa nella memoria la meraviglia delle isole Lofoten. Ci aspetta una nave a Moskenes, unico porto da cui si può tornare alla terra ferma per attraccare a Bodo dopo 3 ore di viaggio.

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Giorno 16
Ripartiamo a malincuore da Å con impressa nella memoria la meraviglia delle isole Lofoten.
Ci aspetta una nave a Moskenes, unico porto da cui si può tornare alla terra ferma per attraccare a Bodo dopo 3 ore di viaggio.

In queste acque si può osservare il fenomeno dei gorghi più grandi del mondo, vortici capaci di catturare una nave e farla girare su se stessa in balia delle acque. Partiti in perfetto orario leghiamo bene la nostra Poderosa consapevoli della possibilità di turbolenze.

Siamo sul ponte e più o meno a metà strada lo vediamo, è un gigantesco vortice d’acqua come se risucchiasse le acque da qualche parte in profondità. Il capitano della nave è stato accorto nell’evitarlo. Noi ne siamo grati. Procediamo sani e salvi.

Arrivati a Bodo il nostro navigatore decide di impostare il viaggio verso sud, seguendo un’altra strada. In Norvegia le rotte verso nord e sud sono essenzialmente due, la E6 (tornanti tra monti, fiumi e cascate) e la strada 17 (tornanti tra i fiordi con strade che si interrompono dove si procede alternando strada e traghetti).

Durante l’attesa di uno dei traghetti che collegano due villaggi ci accorgiamo della presenza di stelle marine giganti sul fondale cristallino sotto il ponte del molo. Non ci sembra vero. Coralli e stelle marine a queste latitudini non ce li aspettavamo.

Durante la traversata un mappamondo su uno scoglio ci segnala l’uscita dal circolo polare artico al 66º parallelo. Inizieremo a vedere di nuovo la notte. Il nostro navigatore decide di farci fare la seconda alternativa.

Dopo un’ora e mezza di strada ci rendiamo conto che siamo fuori rotta, questa strada ci rallenta di almeno 3 ore. L’unico modo per raggiungere la E6 da lì è in elicottero oppure tornando indietro. Dato che perderemmo le stesse 3 ore decidiamo di proseguire e di goderci il tour tra strade mozzafiato e traghetti tra i fiordi.

In mezzo alla sventura, una grande fortuna. Un sole fantastico (raro qui) accompagnato da panorami paradisiaci. Il TomTom ci segnala che arriveremo alle 23:30 alla tappa prestabilita. La stanchezza si inizia a sentire, così decidiamo di fermarci prima, a Mo i Rana, la prossima tappa.

Sono le 21:30 circa e in lontananza scorgiamo due grossi esemplari maschi di renna. Altri 20 chilometri e vediamo dei giovani alci. Erano almeno 350 chilometri che ci segnalavano la presenza dell’alce. Un connazionale (un rider solitario di nome Christian) ci racconta che l’alce lo vedremo sempre più verso il sud della contea di Nordland.

Avvistare il cervide più grande al mondo è stata un’esperienza magica.




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