I diari della motocicletta – Nordkapp, guardando in faccia il Polo Nord

I diari della motocicletta – Nordkapp, guardando in faccia il Polo Nord

Diari della motocicletta - Oggi è il grande giorno, quello che ci vedrà coronare il sogno di ogni motociclista, l'arrivo a Nordkapp, il punto più a nord dell'Europa continentale.

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Giorno 9

Oggi è il grande giorno, quello che ci vedrà coronare il sogno di ogni motociclista, l’arrivo a Nordkapp, il punto più a nord dell’Europa continentale.

Leggendo un articolo in un blog scopriamo che solo il 9% dei centauri riesca nella coraggiosa impresa e dopo aver letto questa statistica ci siamo un po’ spaventati ma noi ci crediamo e abbiamo fiducia nella Poderosa. Si parte.

Ore 8:30, mentre i finlandesi (come gli svedesi) sembrano non svegliarsi mai a noi tocca una levataccia, ci aspettano circa 450 km. Fuori piove. Fa freddo, 15 gradi e vento gelido. Si percepiscono 5 gradi.

Dobbiamo lasciare la nostra baita con sauna inclusa (dovevano inventarsi pur qualcosa per convivere con quest’aria artica!) e metterci in viaggio rotta Nordkapp. Il paesaggio artico è surreale e silenzioso a ogni ora in cui lo attraversi e le renne sono le padrone di ogni spazio, carreggiata inclusa.

Gli ultimi 50 chilometri della Finlandia cambia il paesaggio, siamo in mezzo alla foresta lappone e al nulla per un tratto di 90 chilometri di strada. Dall’asfalto si passa alla terra (ebbene sì la poderosa ha superato anche la prova offroad). Grandi lavori di ampliamento sono in corso, c’è da svicolare via tra gru e mezzi spaziali e poi macchine provenienti dall’altro senso di marcia, tutto in autogestione.

La strada è un continuo sali e scendi, sembra un lunghissimo tappeto sbattuto nell’aria dal vento.
Il passaggio in Norvegia è quasi anonimo. Sono più i cartelli della Finlandia che lasci che quelli di welcome. Un semplice Norge decreta ufficialmente la nostra nuova conquista.

Si avvicina la sfida: percorrere la Artic Road che conduce a Nordkapp senza cadere in prigionia della nebbia. Entriamo nell’isola di Magerøya attraverso il tunnel più lungo e profondo al mondo, 8 chilometri di lunghezza e 212 metri sotto il fondale del mare Glaciale Artico. Usciamo dal tunnel dove troviamo 10 gradi e scopriamo che la fortuna è dalla nostra parte.

Nonostante la delusione dei molti riders che tornavano dalla meta nordica noi troviamo un bel sole e cielo sereno che ci ha fatto scorgere dei paesaggi maestosi. Forse Dio, o chiunque esso sia, avrà iniziato a dipingere il mondo da qui, poi come un foglio che sembra stringersi negli spazi ha iniziato a ridurre i paesaggi fino alle nostre piccole colline italiane.

Le renne sono dei compagni costanti del nostro viaggio, molto socievoli, passeggiano spensierate lungo la strada e sembrano non curarsi affatto delle auto.

Un cartello ci avvisa che mancano solo 5 chilometri e iniziamo a sentire la pelle d’oca, non solo per il freddo, l’adrenalina sale e vorremmo urlare di gioia dentro il casco ma ci tratteniamo, quasi per scaramanzia, aspettando di aver raggiunto la meta.

Un cartello blu con sopra scritto “Nordkapp” ci dà il benvenuto, davanti l’orizzonte, il cielo azzurro e il mare artico sotto uno strapiombo di 307 metri di altezza. Ce l’abbiamo fatta. La cosa rara è stata scorgere l’orizzonte all’arrivo e il paesaggio intorno senza l’onnipresente nebbia, per 20 minuti circa. Giornata fortunatissima!

Siamo arrivati dopo 4000 chilometri al 71° 10′ 21″ di latitudine nord, Capo Nord!

 

 

 

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