I 365 giorni del 2014 dalla A alla Z

I 365 giorni del 2014 dalla A alla Z

Cronaca - Un anno in un intero alfabeto. Scopri i protagonisti principali, quelli che sono emersi in bene o in male. 365 giorni sintetizzati dalla A alla Z.

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AlfabetoA  di “arsenico”. Con il 2015 dovremo dirgli addio, perché entreranno in funzione i dearsenificatori montati dalla Regione Lazio. Forse lo rimpiangeremo quando inizieranno ad arrivare i conti di manutenzione e alimentazione degli impianti.

B di “biblioteche”. Quelle del consorzio hanno visto una rinascita spettacolare, ma l’amaro sta nel fondo. L’anno si chiude con serie preoccupazioni sul futuro e con le speranze di tanti riposte nel generale al comando: Paolo Pelliccia. In bocca al lupo, ne avrete bisogno!

C come “callara”. E’ al simbolo del termalismo viterbese che dedichiamo un minuto di silenzio. E’ stata prosciugata da dei lavori fatti sul pozzo San Valentino. Sulla vicenda non si è fatta proprio chiarezza, non abbiamo capito perché. I tempi di sistemazione del danno sembrano essere lunghi e non è chiaro chi risarcirà i viterbesi dell’umiliazione subita. Forse pagherà Pantalone, come in ogni “città delle banane” che si rispetti.

D di “Delli Iaconi Tonino”. I suoi occhiali fanno invidia al mondo e nessuno si meraviglierebbe di vederlo ballare al centro della pista del Subway la notte del 31, ma per lui il 2014 è stato l’anno delle grane. Tra termalismo e cultura non si sa cosa scotta di più. Speriamo che l’anno nuovo gli schiarisca le idee, anche sull’importanza per una città capoluogo del capodanno in piazza. Ultima riflessione: se Viterbo non è una città per giovani perché lui si ostina a essere così giovanile? Al papillon l’ardua sentenza.

E di “emigrazione” ed “estremismo”. Ci sono state giornate di tensione in quartieri come San Faustino. Basterebbe più controllo del territorio, qualche telecamera e progetti d’integrazione. Li abbiamo chiesti a Babbo Natale, ma niente di tutto questo risulta consegnato. Confidiamo nel prossimo anno.

F come “Facchini di Santa Rosa”. Un anno da protagonisti nell’onorare i festeggiamenti per il titolo Unesco. Prima il trasporto straordinario su via Marconi di ‘FioredelCielo’, poi la doccia fredda delle dichiarazioni poco affettuose di alcuni consiglieri comunali, a fare da corollario a una promessa non mantenuta: quella di riportarli all’interno della commissione che deciderà la nuova Macchina di Santa Rosa. Un anno di gloria e d’ingratitudine subita. Il 2015 vedrà la crescita della rete delle macchine a spalla della provincia, un modo per guardare con voglia di costruire al futuro e mettere in sinergia una tradizione. Forse sono gli unici ad aver capito lo spirito di Baku.

G di “Gianluca De Dominicis”, un grillino tutto d’un pezzo. In qualche modo è stato anche il suo anno.

H di hotel, un classico di “fiori, frutta, città”. Godetevi il 2014, tra 24 ore a darvi il buon anno ci sarà anche la tassa di soggiorno.

I di “inceneritore”. Tema scomodo, tanto che ogni discorso sull’argomento è andato in fumo.

L di “lavoro”. Un 2014 orribile sotto questo punto di vista. Nell’ultimo anno in Italia si sono persi in media 340 posti di lavoro al giorno. Nella Tuscia siamo fuori media nazionale,oltre il 15% di disoccupati. Tra i giovani cresce lo status di chi non studia e nemmeno cerca un impiego. Un trand difficile da invertire. Una classe dirigente inadeguata, al di fuori del pensiero contemporaneo e capace solo di bloccare tutto con il sistema delle rendite di posizione e del clientelismo rende difficile immaginare un futuro.

M di “Marcello Meroi”. L’ex missino che ha avuto l’onore e l’onere di ricoprire praticamente tutti i ruoli della politica vive il tramonto della sua stagione. Il 2014 è l’ultimo anno delle Province così come le abbiamo conosciute. M&M passerà quindi alla storia come l’ultimo presidente.

N come “Natale”. Passano gli anni, cambiano le manifestazione e resta una costante: tanti soldi spesi dal Comune di Viterbo. Speriamo ci siano almeno delle ricadute positive.

O come “Ospedale di Belcolle”. Il commissario Asl Luigi Macchitella sembra aver rimesso un po’ a posto le cose. Con il 2015 dovremmo vedere il completamento della struttura. Sarà un grande anno.

P di “partecipate”. Hanno sempre funzionato così: assunzioni particolari, secondo criteri mistici sconosciuti al banale volgo, e ripianamento dei buchi di bilancio con i soldi del volgo stesso. Finché esisteranno masse di cittadini con l’anello al naso tutto sarà possibile, ed eternamente replicabile. E’ il clientelismo bellezza! A Viterbo è rimasta in vita solo Francigena. Con l’anno nuovo sarà venduta una farmacia, perché in perdita pare. Ma tranquilli ne rimarrà ancora una e tutto il personale resterà in Francigena. I posti di lavoro vanno difesi a ogni costo, specie se a pagare sono gli altri.

Q di “quadri”. Ormai a Viterbo non si parla d’altro. Mostre sacre, mostre profane. Piano piano stiamo davvero diventando una città di Qultura.

R come “Ricci Alvaro”. L’assessore della giunta Michelini che forse ha combinato di più. I frutti del suo lavoro sull’infomobilità si vedranno ad anno nuovo e dovrebbero cambiare in qualche modo volto alla città. E’ stato un po’ uno dei protagonisti del 2014. Non è chiaro se per meriti propri o demeriti altrui, decidete voi.

S di “sindaco”. Il capoluogo ne ha uno nuovo da ormai due Natali. Tante speranze sotto l’albero e voglia di cambiare verso. Dice che le cose non sembrano andare proprio per il verso giusto. Manca organizzazione, capacità di fare squadra e non c’è la lucidità per una sana e vera autocritica. L’involuzione però sta continuando: non funzionano le cose? Colpa dei gufi. Si chiude così, con questa riflessione profonda e di livello il 2014. Riaprite la caccia, please.

T di “Teatro dell’Unione”. Un grande 2014, con la speranza concreta che gli eterni lavori si completino e si riapra il sipario nell’autunno 2015.

U di “Umberto” Fusco e Umberto Ciucciarelli. Con Federico Fracassini completano il quadro dei leghismi locali. Umbertone da Felicetta è però stato il primo a salire sul Carroccio, tutti gli altri sono stati convertiti sulla via di Alberto da Giussano da Matteo Salvini. A Ciucciarelli piace il “lepenismo” del leader leghista, per Fracassini sono interessanti i modelli amministrativi tipo quello del numero uno veronese Flavio Tosi. Il centrodestra viterbese chiude il 2014 con questa speranza di rinascita.

V di verità. In questa città si può dire sempre meno, perché gli animi sono permalosi. Ce ne faremo una ragione. Nel 2014 ce ne hanno dette di tutti i colori: “servi dei poteri forti”, “giornalisti al 50%” e infine che La Fune “è un giornaletto-etto-etto. Con tre lettori”. Accogliamo la notizia con viva e vibrante soddisfazione, pensavamo di averne due.

Z di “Zero waste, o in italiano “Rifiuti zero”. Hanno la ricetta su come va affrontato il tema rifiuti. Forniscono informazioni utili a tantissimi comuni d’Italia ma noi viterbesi sentiamo il bisogno del nono assessore: Andrea Vannini. Speriamo che almeno lui, che è un tecnico, faccia approvare il protocollo rifiuti zero al Comune di Viterbo. In subordine, essendo un esperto, ci spieghi almeno perché chi lo ha adottato è fuori strada.

 

Foto Fisioterapy Center

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