Gli ebrei viterbesi deportati ad Auschwitz e la “giusta” Rita Corbucci che salvò il piccolo Silvano

Gli ebrei viterbesi deportati ad Auschwitz e la “giusta” Rita Corbucci che salvò il piccolo Silvano

Homepage - Oggi è 'La giornata della memoria'. Si ricordano i milioni di ebrei che morirono nei campi di sterminio nazisti e anche il dramma di chi ebbe in sorte di sopravvivere. Anche a Viterbo venne rastrellata una famiglia che finì i suoi giorni ad Auschwitz.

ADimensione Font+- Stampa

Tre pietre d’inciampo per ricordare tre deportati viterbesi durante la Shoah. Si tratta di Angelo Di Porto, Emanuele Vittorio Anticoli e Letizia Anticoli deportati ad Auschwitz nel 1944. L’artista tedesco Gunter Demnig ha istallato le stolpersteine, appunto pietre d’inciampo, in memoria dei tre ebrei di Viterbo giovedì 8 gennaio 2015 in via della Verità 19, dove i tre abitavano.

Oggi alle alle 11, in quello che è universalmente riconosciuto come ‘Il Giorno della Memoria’ il sindaco Leonardo Michelini con l’assessore alla pubblica istruzione Antonio Delli Iaconi, deporranno una corona in via della Verità, nei pressi dell’abitazione di Vittorio Emanuele Anticoli, Bruno Di Porto e Letizia Anticoli, in ricordo di quella ebrea viterbese che trovò la morte nei campi di concentramento ad Auschwitz e Mauthausen.

Alla cerimonia prenderanno parte gli alunni della scuola secondaria di primo grado Luigi Fantappiè, che leggeranno alcune poesie e testimonianze di sopravvissuti alla Shoah.

Ma sono tante le iniziative che in tutta la Tuscia avranno luogo in questa importante giornata.

 

La storia degli ebrei viterbesi deportati e della “giusta” Rita Corbucci

Correva l’anno 1944 e venne il momento del rastrellamento della famiglia ebrea, residente al civico 19 di via della Verità. Arrivano i fascisti e portano via Vittorio Emanuele Anticoli, Letizia Anticoli e Angelo Di Porto. Un padre, la figlia e il marito di lei. Stanno portando via anche la moglie dell’anziano, ma cadde e si ruppe il femore. Venne portata all’ospedale degli Infermi e i nazifascisti si dimenticarono di lei.

Ma si dimenticarono anche del piccolo Silvano Di Porto, figlio di Letizia e Angelo. Si dimenticarono perché non fecero caso che proprio quel giorno la signora Rita lo prese e portò via da Letizia, di cui era amica. Lo mise in casa con sé e così lo salvò.

 

 

 

 

 

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune