Giovanni Bartocci, il “roncionese” che ha aperto un ristorante a Manhattan
Homepage - Metti un piatto di spaghetti alla carbonara, metti New York in zona Manhattan, un ristorante true-italian e avventori del calibro di Woody Allen, mescoli e quel che viene fuori è il ritratto di un ragazzo arrivato da Ronciglione e del suo socio. Dal 2012 il giovane di Ronciglione Giovanni Bartocci gestisce il ristorante Via della Pace insieme al socio Marco Ventura.
Metti un piatto di spaghetti alla carbonara, metti New York in zona Manhattan, un ristorante true-italian e avventori del calibro di Woody Allen, mescoli e quel che viene fuori è il ritratto di un ragazzo arrivato da Ronciglione e del suo socio. Dal 2012 il giovane di Ronciglione Giovanni Bartocci gestisce il ristorante Via della Pace insieme al socio Marco Ventura.
Un ristorante che negli anni si è imposto nella scena newyorchese senza tante discussioni affermando i piatti della
tradizione italiana come in pochi riescono a fare.
Chi è Giovanni Bartocci?
“Giovanni Bartocci nato a Roma alla fine degli anni 70, cresciuto a Ronciglione, è un ragazzo che ancora oggi non vuole ammettere di essere diventato uomo, soprattutto grazie a un percorso fatto di scelte a volte giuste altre volte meno, ma sempre orgoglioso di averle fatte”.
Chi eri quando hai deciso di lasciare casa e volare negli States?
“Quando lasciai casa ero ancora iscritto all’Università della Tuscia, frequentavo Biologia anche con buoni voti. Ero un ragazzo che voleva fare un’esperienza a Londra … Andai a maggio e tornai a ottobre, ma solo per prendere i vestiti invernali. Dopo sei anni di Londra tornai a Ronciglione per un anno e mezzo circa, durante il quale lavorai proprio a Viterbo a San Pellegrino presso Lucio, e poi il grande salto a New York City”.
Di cosa sono fatte le tue giornate?
“Avere un ristorante a NYC ti succhia tantissime energie e tantissimo tempo. Però provo a riempire il mio tempo il più possibile con il pugilato, un buon libro, un liberatorio giro in Harley su qualche ponte della città o solamente con il coccolarmi la mia gatta”.
Quante volte al giorno pensi a casa e cosa fai quando ci pensi?
“Grazie alla globalizzazione lo spazio si è accorciato moltissimo quindi sono sempre collegato con casa. Dal cibo che vendo, alla musica che ascolto. Poi c’è il mio Lazio Club NYC. Vivo pensando sempre a casa”.
Cosa della tua terra vorresti portare negli Usa e cosa degli Usa vorresti portare nella tua terra?
“Come ho già detto tento tutti i giorni di portare la mia terra negli Stati Uniti. Le cose che più porterei non sono così facili da trasferire. Non è facile portare il Lago di Vico qui a New York (ride). Ma soprattutto porterei tutti i miei amici e familiari. Cosa porterei in Italia da qua? Sicuramente un po’ più di meritocrazia e voglia di rischiare”.
Rimanere a casa o andare fuori, c’è un consiglio giusto per tutti?
“Non è possibile dare un consiglio sul da farsi. Ognuno di noi deve fare ciò che sente perché la nostra vita è fatta d’incroci. L’unico consiglio che posso dare è quello di prendere coscienza delle proprie scelte, affrontarle a viso aperto e viverle visceralmente perché solo vivendole al 100% non si avranno rimorsi”.
La cosa più importante nella vita?
“La famiglia, l’amicizia, la lealtà. Ma la cosa fondamentale è il riuscire ad ascoltare se stessi e ciò che la pancia ci dice”.
Un messaggio per i lettori …
“Ragazzi godetevi la vita e soprattutto la bellezza della vostra terra … la Tuscia qua se la sognano!”.