Garanzia Giovani e ricollocazione, esplode la rabbia dei lavoratori

Garanzia Giovani e ricollocazione, esplode la rabbia dei lavoratori

Homepage - Under e over 30 si sono riuniti sotto la sede della Pisana per manifestare contro le procedure confuse sui due progetti

ADimensione Font+- Stampa

Hanno deciso di dire basta i ragazzi che hanno aderito al progetto “Garanzia Giovani” e a quello del “contratto di ricollocazione”, due delle iniziative del governo Renzi che, almeno nel Lazio, hanno trovato davanti a se dei grossi e pesanti muri nella loro applicazione. Dopo mesi a subire, però, gli under 30 della garanzia e gli over 30 della ricollocazione ieri hanno deciso di scendere in piazza e in gran numero si sono recati a manifestare sotto la sede della Regione Lazio.

Una manifestazione nata sui social network e poi arrivata fin sotto la Pisana al grido di “È ora di smetterla coi lamenti e andare a prenderci ciò che ci spetta”. Nonostante i tanti proclami sul mondo del lavoro fatti dal governo Renzi, infatti, l’esperienza vissuta da questi giovani è tutt’altro che soddisfacente. I due gruppi, quindi, hanno annotato tutto quello che non va e che deve essere corretto e hanno presentato il documento direttamente alla Regione.

“La disoccupazione non può diventare il nuovo e ricco business delle agenzie private per l’impiego e la formazione” spiegano i ragazzi che hanno deciso di manifestare. Scorrendo la lista delle problematiche stilata, in effetti qualcosa che non va nei due progetti c’è. Secondo gli under 30 di garanzia giovani, infatti, serve un maggiore controllo sulle aziende, che a volte licenziano lavoratori per assumere stagisti, altre volte invece sfruttano i tirocinanti per lavori non conformi al contratto iniziale. Ma c’è di più: i ragazzi hanno anche chiesto che vi sia un effettivo monitoraggio sulla percentuale di stage che poi si trasformano in posti di lavoro.

C’è poi la questione dei ritardi sui pagamenti, o il fatto che i 100 euro mensili in più ottenuti con il progetto “Garantiamoci un futuro” non si sono mai visti. Alcuni giovani, inoltre, lamentano il fatto di doversi pagare da soli l’assicurazione e che le pratiche all’interno della Regione non siano digitali, facendo perdere ancora più tempo agli impiegati. Come ultimo è stata chiesta una sovvenzione per non pagare i mezzi pubblici e l’erogazione di buoni pasto.

Più dettagliata la situazione per il contratto di ricollocazione, dove gli over 30 chiedono alla Regione chiarimenti sulla gestione delle graduatorie e l’attivazione di una serie di pratiche per snellire la burocrazia attorno al progetto. Al termine della manifestazione, inoltre, una delegazione di 8 giovani è stata invitata alla Pisana per discutere il tema con la segretaria dell’assessore Valente e altri dirigenti regionali, che hanno voluto spiegare ai ragazzi cosa sta succedendo.

I funzionari hanno spiegato che dato l’elevato numero di richieste pervenute, si fa fatica a sbrigare tutte le pratiche nei tempi utili. Questo provocherebbe un ritardo sui pagamenti, amplificato dai problemi che spesso gli operatori trovano sulle richieste. Anche il discorso dell’aumento dei 100 euro ha alla base una forte burocrazia, ma i dirigenti hanno rassicurato che presto verrà inserito nel rimborso, mentre le quote precedenti verranno recuperate a breve. L’aumento, inoltre, serve a coprire l’assenza di buoni pasto e mezzi gratuiti, quindi almeno questo discorso viene immediatamente archiviato. Per quanto riguarda l’assicurazione, invece, la Pisana ha sottolineato come sia responsabilità del datore di lavoro occuparsi di quella procedura – anche finanziariamente – e di segnalare strane richieste ai lavoratori.

Più complicata la situazione per gli over 30, dove tutto rimane molto confuso. La Regione non è riuscita a dare risposte concrete ai ragazzi, che ancora una volta rimangono nel limbo della burocrazia e dei lavori portati avanti con estrema lentezza. Anche sull’affido del progetto a enti privati, le risposte della Pisana sembrano essere state un continua arrampicarsi sugli specchi, per il fatto che non si sa cosa rispondere di preciso a questi interrogativi.

“In generale – dicono i rappresentanti dopo l’incontro – siamo stati insoddisfatti di come sia andata la discussione: da parte delle istituzioni c’era una chiusura totale a parlare di politica, ma, come è stato più volte sottolineato, dietro le scelte delle regole e dei criteri ci sono scelte politiche che in questo momento di stanno traducendo da una parte nella loro interpretazione delle ‘politiche attive del lavoro’ e dall’altra nella privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi”.

 

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune