Fondi europei, disatteso per due anni un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale

Fondi europei, disatteso per due anni un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale

Primo Piano - Fondi europei, l'amministrazione Michelini aveva approvato un ordine del giorno nel lontano aprile 2014 finalizzato alla messa in essere di un meccanismo capace di mettere il Comune di Viterbo nelle giuste condizioni per percorrere la strada della progettazione europea.

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Fondi europei, l’amministrazione Michelini aveva approvato un ordine del giorno nel lontano aprile 2014 finalizzato alla messa in essere di un meccanismo capace di mettere il Comune di Viterbo nelle giuste condizioni per percorrere la strada della progettazione europea.

A proporlo era stato l’allora capogruppo del Partito Democratico Francesco Serra, peccato che poi tutto sia rimasto lettera morta. Dopo il voto del consiglio niente è stato fatto e il delegato alle Politiche Europee non ha effettuato alcuna pressione per chiedere il rispetto di quanto deliberato. Piuttosto tutti, all’interno di Palazzo dei Priori, sembrano essersi dimenticati di quanto deciso. Così il capoluogo ha archiviato un ulteriore ritardo di due anni rispetto alla possibilità di avvalersi di fondi europei per finanziare progetti. Fondi che, se portati a casa, avrebbero permesso di utilizzare la spesa corrente per altre azioni. Si è preferito rimanere fermi, a piangersi addosso e a dare la colpa dei bilancio di lacrime e sangue ai tagli effettuati in questi anni dallo stato.

Eppure la rotta politica era stata indicata chiaramente nell’ordine del giorno in questione.
Forse troppo impegnati nella litigiosità continua all’interno della maggioranza gli attuali amministratori non hanno avuto il giusto tempo e l’opportuna attenzione per dare seguito a quanto deliberato. Lasciando che tutto rimanesse solo nel mondo delle parole, sarebbe meglio dire “delle chiacchiere”.

Nell’ordine del giorno allora presentato da Serra le ragioni dell’opportunità di strutturarsi per accedere ai fondi europei erano state definite in maniera chiara: “Il Comune di Viterbo deve cogliere l’occasione della nuova programmazione, recuperando una carenza evidente, soprattutto sul versante dei bandi direttamente in sede europea, e poi certo quelli che transitano per livelli istituzionali nazionali e/o regionali.

Necessita quindi che il Comune, anche per il ruolo di oggettivo capofila di possibili progetti territoriali in quanto capoluogo, sia dotato di adeguata strumentazione organizzativa , di competenze qualificate.

Nel quadro delle difficoltà finanziarie note e di equilibrio dei bilanci, questa scelta diventa a maggior ragione più impegnativa e cogente”.

Il consiglio aveva deliberato “di 1)strutturare , con un affidamento a evidenza pubblica a comprovate professionalità , anche in forma societaria/associata, l’incarico di: ricercare , selezionare, segnalare tempestivamente (con periodicità predefinita e comunque con effettiva corrispondenza colla pubblicazione dei bandi) con apposte schede di sintesi tutte le opportunità che in tale contesto, europeo, nazionale, regionale possono vedere coinvolto il comune in una azione di proposta e/o promozione; 2) assistere l’eventuale azione articolata di informazione/promozione/coordinamento divulgativo e di interesse che
l’amministrazione, sulla base delle proposte segnalate e degli obiettivi programmatici, intenda rivolgere alle altre realtà, istituzionali e non, generalmente al potenziale partenariato territoriale. 3) fornire, a richiesta puntuale dell’amministrazione, il necessario supporto tecnico per la eventuale fase di redazione dei progetti, di presentazione, di rendicontazione”.

Contestualmente era stato deliberato di “impegnare l’amministrazione nell’individuazione di uno staff di riferimento per tale problematica nell’ambito della dotazione organica
, di assegnare a tale staff ruoli di riferimento operativo e raccordo con la professionalità individuata, sviluppandone progressivamente autonome competenze tramite idonei percorsi formativi, e di interfaccia con l’ufficio del sindaco, assumendo lo stesso ruolo di riferimento politico con il consiglio comunale e di naturale coordinamento con la giunta”.

Poi il vento deve aver portato via tutto. Anche la memoria dell’ordine del giorno, anche il buon senso e il senso di responsabilità che chi amministra un territorio dovrebbe avere. Meglio la litania dei piagnistei sui tagli subiti, meglio i bilancio di lacrime e sangue, meglio aumentare le tasse ai viterbesi raccontando che non c’è altra soluzione.

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