Ecco a che punto sta l’Unione: dopo la platea, il tetto. E un piccolo giallo sull’ordine dei lavori

Ecco a che punto sta l’Unione: dopo la platea, il tetto. E un piccolo giallo sull’ordine dei lavori

Primo Piano - Due milioni e trecentomila euro per il completamento del Teatro dell'Unione: dal tetto alla graticcia, dopo aver rifatto la platea. E sull'ordine dei lavori arriva qualche malalingua.

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Due milioni e trecentomila euro per il completamento del Teatro dell’Unione: dal tetto alla graticcia, dopo aver rifatto la platea. E sull’ordine dei lavori arriva qualche malalingua. La cifra è scritta nero su bianco nelle slides inviate alla stampa dal Comune e presentate ieri mattina in conferenza stampa da Leonardo Michelini e dalla sua Giunta (qui): 2,3 milioni di euro. Il Teatro comunale, spesso al centro di polemiche per la sua lungodegenza, oggi torna a vedere la luce in fondo al tunnel, nonostante dovesse aprire già nel 2015, poi nel 2016. Quella luce dovrebbe accendersi definitivamente nel marzo 2017: tra un anno e un mese dovrebbero terminare i lavori del terzo stralcio, che però ancora non sono stati banditi.

Nello stralcio, come si legge dai documenti del Comune di Viterbo, è prevista infatti l’installazione sul tetto di un sistema anti-incendio (punti 5 e 6 nella slide che vedete qua sotto), oltre al rifacimento di altre parti del Teatro. Qualche malalingua, che dice che forse andavano fatti prima i lavori sul tetto, poi quelli in platea, ci fa porre qualche domanda sull’efficacia di questo ordine dei lavori. Qualora dovessero essere montati ponteggi per installare l’impianto anti-incendio infatti questi appoggerebbero sui lavori già fatti? Se così fosse non sarebbe proprio il massimo. Ma queste sono solo domande.

Un piccolo giallo, che si aggiunge ad un vecchio giallo sui lavori dell’Unione. All’epoca di Giulio Marini sindaco giravano molte voci, poi smentite, dell’ipotetico utilizzo del cemento nella pavimentazione sotto la platea insieme al legno. Una scelta che avrebbe fatto perdere tempo e ricominciare i lavori perché mettere il cemento in platea in teatro “sarebbe come mettere un sasso dentro un violino, che così non suonerebbe”. Insomma l’acustica ne risentirebbe decisamente. Altre malelingue dicono che il cemento ci sia ancora, anche se ufficialmente non c’è mai c’è stato.

In tutto questo marasma però quel che è certo è che lo scopriremo quando il Teatro riaprirà, nel marzo 2017. Speriamo non più tardi. E speriamo poi che la luce che vediamo in fondo al tunnel del Teatro, sia proprio quella che arrivi da marzo 2017 e che non sia solo un abbaglio.

 

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