Di Tuscia e di più- Visita guidata a Civita Castellana

Di Tuscia e di più- Visita guidata a Civita Castellana

Di Tuscia e di più - Come tanti altri borghi della Tuscia, anche Civita Castellana si estende su un alto sperone tufaceo naturalmente difeso da profonde forre scavate nel corso dei secoli da due affluenti del fiume Treja.

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Abbiamo già visto, all’inizio del nostro viaggio con Di Tuscia e di più, come il nostro territorio sia strettamente legato alle sue origini etrusche tanto da derivarne il nome, ma non tutti sanno che fu culla di un’altra fiorente civiltà, stanziata tra il versante meridionale dei Monti Cimini, il lago di Bracciano ed il fiume Tevere: i Falisci. La loro capitale fu Faliskon, più tardi ribattezzata Falerii Veteres, l’odierna Civita Castellana, ed è proprio qui che voglio portarvi questa settimana.


Suggestivo è l’ingresso in città attraverso il Ponte Clementino, voluto nel Settecento da Papa Clemente XI e che scavalca una di queste profonde gole di roccia rossa riempite da una natura verdeggiante e rigogliosa: quello che si presenta ai nostri occhi è un paesaggio che ancora oggi porta l’eco di quel romantico senso del Sublime che travolgeva i viaggiatori del Grand Tour come Goethe, che arrivò a Civita Castellana il 28 ottobre 1786.

Civita Castellana è il simbolo perpetuo dell’incessante concatenarsi di ascese, cadute e rinascite: dal fiorire della ricca civiltà falisca che toccò alte vette nella produzione ceramica tra VI e IV secolo a.C., alla distruzione per mano dei Romani nel 241 a.C., cui seguì la fondazione della nuova colonia di Falerii Novi, che sfiorì nel giro di qualche secolo insieme alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. La rinascita ricominciò con l’alto Medioevo, quando si tornò a occupare l’antico sito di Falerii Veteres in quella posizione arroccata e difesa che darà vita alla nuova Massa Castellana, più tardi trasformata in Civita.

È in questa posizione dominante che sorgono i due monumenti più importanti della città: il Duomo detto “dei Cosmati” e il Forte Sangallo. Il primo conserva il lavoro dei marmorari romani più famosi di tutto il medioevo, una famiglia che per quattro generazioni lavorò incessantemente alla realizzazione di un vero capolavoro di tarsie marmoree, di cui ci rimangono la preziosa decorazione del portico e i pavimenti della chiesa. Il secondo è una fortezza rinascimentale voluta da Papa Alessandro VI Borgia che lo commissionò ad Antonio da Sangallo il Vecchio, ma i lavori furono terminati sotto Giulio II con Antonio da Sangallo il Giovane. Oggi è sede del Museo dell’Agro Falisco, uno dei musei archeologici più interessanti del nostro territorio. L’ingresso è gratuito, fateci un salto!

Vale poi la pena perdersi tra i vicoli di Civita Castellana e fare attenzione alla caratteristica a mio avviso più interessante di questo borgo: ovunque noterete, inseriti nel tessuto murario degli edifici, numerosi frammenti marmorei di antichi monumenti romani: provengono dall’antica Falerii Novi, di cui oggi rimane solo un sito archeologico compreso nel territorio del Comune di Fabrica di Roma, dove sorge la splendida Abbazia di Santa Maria in Falleri.

Consiglio infine di terminare la passeggiata con l’affaccio in via del Tiratore laddove lo sguardo incontra l’incantevole paesaggio dominato dal maestoso profilo del Monte Soratte che si erge solitario in mezzo alla pianura e che ha ispirato numerosi poeti nel corso dei secoli, come Orazio, Virgilio, Dante, Byron, Goethe e Carducci… una “montagna sacra” che ancora oggi ci cattura con la sua aura magica e spirituale.

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