Di Tuscia di più- Zaino in spalla e andiamo alla scoperta di Bagnaia

Di Tuscia di più- Zaino in spalla e andiamo alla scoperta di Bagnaia

Di Tuscia e di più - Le belle visite guidate alla scoperta della Tuscia cambiano programmazione, dal lunedì passano al sabato e diventano un vademecum per passare dei bellissimi weekend. Questa settimana andiamo a Bagnaia.

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Di Tuscia e di più dal lunedì è passata al sabato diventando così una rubrica di consigli per un fine settimana da trascorrere nel nostro territorio. Dopo Sant’Angelo, San Martino al Cimino e La Quercia, stavolta vi porto a conoscere un’altra frazione di Viterbo: Bagnaia.

A circa 6 km dal capoluogo, il piccolo centro abitato è diviso in due nuclei distinti: una “Bagnaia di dentro”, cioè la parte medievale addensata su un promontorio roccioso e racchiusa all’interno della cinta muraria oggi inglobata dalle abitazioni, e una “Bagnaia di fuori”, addizione cinquecentesca sviluppatasi in seguito alla creazione della splendida Villa Lante.
Il nucleo primitivo sorse attorno ad un castello, il Castrum Balneariae, di cui si fa menzione per la prima volta nel 963. Ceduto agli inizi del XIII secolo dal Comune di Viterbo alla Mensa Vescovile della città, dal Trecento divenne località di soggiorno estivo per i vescovi viterbesi. Tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, per opera dei Cardinali Riario, Ridolfi, Gambara e Montalto, sorse il complesso della Villa, che prese infine il nome dai Duchi Lante della Rovere, i quali l’ebbero fino alla metà del XVII secolo.

Si arriva al piccolo borgo percorrendo le due “vie diritte” che collegano Viterbo a La Quercia e quest’ultima a Bagnaia. Una volta superato il ponte sulla Valle Pierina, si viene accolti da quello che fu il Palazzo del Duca (detto anche “della Loggia” e “del Cardinale“) con le splendide logge affrescate. Poco più oltre, la torre cilindrica racconta delle gesta eroiche della Pucciarella, coraggiosa fanciulla che salvò il paese dall’attacco dei Lanzichenecchi.
Bagnaia è un piccolo mondo antico fatto di pietra grigia e ruvida, forte e tenace, esattamente come suoi abitanti: un borgo di gente allegra e fiera, entusiasta ed energica. La comunità bagnaiola, molto solida e coesa, organizza diverse manifestazioni durante l’anno. La più importante è il Sacro Fuoco di Sant’Antonio, la notte del 16 gennaio nella piazza centrale: il “focarone” è formato da catasta di legna alta circa 8 metri messa su da un comitato di 60 persone che lavora tutto l’anno per recuperare legna e organizzare l’intero evento. Un momento di festa e devozione, allegria e buonumore.
Imperdibile è anche la Processione del Venerdì Santo, evento che vede sempre un’ampia partecipazione di fedeli e di pubblico, molto suggestiva ed emozionante.

Si accede alla Bagnaia “di dentro” attraverso la porta fiancheggiata, sulla destra, dalla piccola chiesa di Santa Maria: i vicoli antichi c’inebriamo di odore di caminetti accesi e dei profumi della cucina casereccia. Chiese e palazzi signorili si innestano nel tessuto urbano armonizzandosi perfettamente con le dimore popolari. Passeggiando si scoprono angoli nascosti, ci si incanta davanti agli ingressi delle case adorni di piante e fiori. Non è sicuramente un fittizio paesaggio da cartolina, qui la gente ci vive davvero ed è impossibile a fare una foto senza includere anche i coloratissimi panni stesi. Facile incontrare qualche anziano abitante che fa gli onori di casa mostrando tutta la fierezza di essere bagnaioli. Il giro nel borgo inizia e finisce in Piazza Castello, il cui nome riecheggia l’antica vocazione di nucleo abitativo ben difeso, adornata da un’elegante fontana seicentesca.
Si esce dalla porta e ci si accorge subito come la centralissima piazza XX Settembre sia il salotto del paese, dove avvengono tutte le manifestazioni più importanti e dove gli abitanti si ritrovano come se il tempo non trascorresse mai. La mattina è frequente trovare il camioncino della porchetta che rende irresistibile una pausa mangereccia per assaporare una delle specialità del posto.

Da qui si sale a Villa Lante, l’attrazione principale: premiata nel 2011 come Parco più bello d’Italia, è costituita dagli splendidi giardini all’italiana voluti dal Cardinal Giovan Francesco de Gambara nella seconda metà del Cinquecento e da una zona boschiva concepita come riserva di caccia per il diletto di papi e cardinali.

Dopo aver goduto dell’incanto di arte e natura si può proseguire con i piaceri del palato. Non lasciatevi sfuggire degustazioni di piatti locali nei tanti ristoranti della zona: da provare sono gli “stracci”, una tipica pasta fatta con casa con acqua e farina, o la pizza di Pasqua abbinata a salumi e formaggi del territorio.
Pronti a programmare una domenica a Bagnaia?

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