“Dalle chiese esce gente che vota Pd”

“Dalle chiese esce gente che vota Pd”

Politica - Parlano le associazioni contrarie al registro per le coppie di fatto: "se non terranno in considerazione le nostre firme andremo davanti alle chiese, da dove esce gente che ha votato Pd, a comunicare a chi ha firmato che hanno deciso di ignorare la loro volontà".

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Cittadini di serie B “a causa della nostra appartenenza religiosa, insultati come omofobi e indegni di papa Francesco. Il tutto sotto l’occhio poco attento e inesperto di Melissa Mongiardo che non è intervenuta in nostra difesa se non quando sollecitata”. Dure le parole nei confronti della presidente della I commissione consiliare del comune di Viterbo (che nei giorni scorsi ha ospitato l’audizione delle associazioni nell’ambito della discussione sulle coppie di fatto) espresse oggi in conferenza stampa dalle associazioni protagoniste della raccolta firme contro il Registro. A parlare Stefano Aviani Barbacci del Movimento per la Vita, Andrea Filoscia di Scienza e Vita e Carla Vanni del Sì alla famiglia.

“Sono stati adottati due pesi e due misure. È stata garantita una sola parte: quella pro-registro”. Così Stefano Aviani Barbacci nel citare l’iscrizione poco chiara sull’albo pretorio del punto all’Odg del 17 dicembre scorso, le scadenze derogate unilateralmente per l’iscrizione delle associazioni all’audizione e la riduzione del tempo degli interventi che sarebbe stata comunicata solo alle associazioni a favore delle coppie di fatto. “Insomma – ha commentato Carla Vanni – c’è stata una gestione famigliare del comune inaccettabile anche perché poi vengono a fare le pulci a noi sulle firme”. Ecco le firme, tema spinoso. La portavoce del Sì alla Famiglia si riferisce alle parole della presidente Mongiardo che aveva messo in dubbio la verificabilità delle stesse a causa di alcune falsificazioni presenti nell’elenco, tra cui quella della stessa presidente e quella del sindaco Michelini, e della presenza di alcuni nomi inventati come quello di Napoleone Bonaparte, Woody Allen e Francesca Pascale.

“Invalidarle è impossibile, visto che non sono valide per definizione ma sono solamente uno strumento per sensibilizzare – ha specificato – non prenderle in considerazione però sarebbe un’offesa perché non si può ignorare la voce di 2093 persone. Anzi, se così fosse, – ha continuato – tornerò davanti alle chiese, da dove esce gente che vota Pd, per dire che la maggioranza ha messo in discussione il valore morale delle loro firme”. Carla Vanni ha poi annunciato di aver presentato lei stessa un esposto a nome suo e del comitato proprio contro i taroccatori, che di fatto hanno evidenziato la manipolabilità dello strumento.

Tecnico l’intervento di Andrea Filoscia di Scienza e Vita che dopo aver fatto l’analisi del testo al regolamento lo critica su ogni virgola. “È scritto male – ha spiegato – e apre a scenari incredibili. Non si parla nemmeno di coppie di fatto, ma di unioni civili senza che si restringa l’applicazione alle coppie. Dunque potrebbe aprire la strada alla poligamia. Se venisse approvato così chiederemo ai conventi di iscriversi in massa”.

Ma perché tanto ostracismo contro le coppie di fatto? Visto che si tratta di “difesa della famiglia tradizionale” che calo di matrimoni prevedono a causa dell’istituzione del registro? “Nessuno, anche perché interessa per lo più coppie che non si sposerebbero in ogni caso. Il registro non è il virus, ma la febbre che va trattata come tale: un’emergenza dovuta alla precarietà della vita che non può essere ritenuta la normalità”. Idee chiare poi per il futuro. “Chiederemo una seduta della commissione per parlare della famiglia e, se dovesse essere approvato il Registro, – hanno concluso – verificheremo che non vengano dati privilegi alle coppie di fatto. Se così fosse faremo ricorso alla Corte dei Conti e qualcuno negli anni pagherà”.

 

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