Consorzio Biblioteche, un asset strategico su cui si disinveste

Consorzio Biblioteche, un asset strategico su cui si disinveste

Homepage - Per effetto della riforma Delrio sono venuti meno dalle casse della realtà retta dal commissario Paolo Pelliccia i soldi della Provincia di Viterbo e anche il Comune ha pensato bene di dare 100mila euro in meno.

ADimensione Font+- Stampa

Consorzio Biblioteche, un asset strategico per la cultura su cui si “disinveste”. Strano ma vero, succede a Viterbo. Qui dove il sistema delle biblioteche è stato interessato negli ultimi anni da una rivoluzione sostanziale. Di fatto si è passati dalla concezione della biblioteca come parcheggio di libri da prendere a noleggio in un luogo dove si fanno incontri, si scambiano idee e si può trascorrere il pomeriggio insieme a intellettuali, giornalisti, artisti e scienziati di tutto rispetto.

Gratuitamente, of course. L’ultimo testimone del cambiamento il giornalista-scrittore Corrado Augias. Capace di fare il tutto esaurito e di spendere parole buone sull’eccellenza rappresentata nella Tuscia dal Consorzio Biblioteche.

Eppure per effetto della riforma Delrio sono venuti meno dalle casse della realtà retta dal commissario Paolo Pelliccia i soldi della Provincia di Viterbo e anche il Comune ha pensato bene di dare 100mila euro in meno.

Si smantella, le istituzioni cittadine smantellano un centro culturale che dovrebbe essere preso a modello e potenziato. In base a quale logica? Si lanciano ciambelle di salvataggio a vari organizzatori di eventi, ci si premura di puntellare i festival cittadini e della biblioteca sembra interessare poco. Eccessivamente poco, sospettamente poco.

Eppure viene il luminare Giulio Maira ed è tutto pieno, arriva Augias idem e l’unica cosa sensata sul territorio dedicata a Pier Paolo Pasolini nel quarantennale della morte si svolge qui, in questo luogo rimesso a nuovo e ricostruito secondo crismi di qualità ed eccellenza. Sabato l’evento del Consorzio è andato in simultanea con l’incontro di Caffeina Polis.

Nonostante i due palcoscenici e la presenza, dall’altra parte della città, di due big della politica come Giuseppe Fioroni e Antonio Tajani l’incontro con Augias è andato alla grande.

C’è qualcuno in città che sta avvelenando i posti della cultura. Sta creando attriti e tensioni perché le risorse a disposizione, per quanto poche, non sono distribuite secondo criteri di vera opportunità. La sensazione è che gli investimenti siano dopati, che tengano poco conto dell’interesse collettivo. Fino a quando potrà durare tutto questo? Fino a quanto i cittadini accetteranno lo status quo?

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune