Congresso Pd, Egidi: “Votare Orlando è come guardare al passato”

Congresso Pd, Egidi: “Votare Orlando è come guardare al passato”

Politica - Domenica il voto in Casa Dem. Un passaggio importante e delicato, quello del congresso. Anche se l'esito non dovrebbe sorprendere. Ne abbiamo parlato con Andrea Egidi, che ci ha raccontato "la fatica" di questi giorni e si è "sbottonato" sulla differenza tra Renzi e Orlando.

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Domenica il voto in Casa Dem. Un passaggio importante e delicato, quello del congresso. Anche se l’esito non dovrebbe sorprendere. Ne abbiamo parlato con Andrea Egidi, che ci ha raccontato “la fatica” di questi giorni e si è “sbottonato” sulla differenza tra Renzi e Orlando.

 

Il congresso alle porte, il nemico alle porte: Orlando, Emiliano. Che ne pensa?

“Beh, se la mettiamo così solo Emiliano per me è considerabile una cosa abbastanza lontana dal Pd”.

Che roba è?

“Non si capisce, non lo capisco ma forse sono io. A Viterbo non mi sembra ci siano pezzi organizzati a favore di Emiliano, ce la siamo scampata”.

Che verrà fuori da questo congresso? La gente andrà a votare, state faticando?

“La fatica c’è, come in tutti i passaggi. C’è un clima diverso rispetto alle ultime primarie, questo mi pare chiaro. Però penso che il risultato alla fine sarà buono, in termini di partecipazione e nel dato dell’affermazione di Renzi. E’ complicato immaginare i numeri dell’altra volta, questo mi pare evidente. Le ragioni vanno ricercate in una fase politica completamente differente”.

Che numeri si erano registrati allo scorso congresso nel Viterbese?

“15mila e cinquecento voti. Tirare oggi un numero sarebbe giocare al lotto. Difficile che le valutazioni che si fanno prima coincidano con il dato finale, c’è un voto più libero di quanto siamo abituati a pensare. Quello che registro io è che su Renzi c’è un voto più consapevole, meno di rottura rispetto all’ultimo congresso. La sua leadership è passata dalla rottura alla consapevolezza. E’ l’unico leader che può dare forza e stabilità al Partito Democratico”.

Però anche Orlando non se la cava male, no?

“Tra Renzi e Orlando c’è un bivio. Per me il sostegno a Orlando è guardare al passato. La sua è una posizione legittima ma è guardare a una stagione che abbiamo deciso di chiudere con la nascita del Pd. La stagione 1996-2001 ce la ricordiamo tutti, fu l’era di Mastella, Rossi, Turigliatto, Diliberto, Pecoraro Scanio. Mi sembra che gli elettori di questo Paese e del centrosinistra abbiamo già dato su questo”.

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