Congresso Pd, Egidi: “Siamo quelli che sconfiggono la nostalgia del proporzionale”

Congresso Pd, Egidi: “Siamo quelli che sconfiggono la nostalgia del proporzionale”

Homepage - "La differenza tra me e Fioroni? Lui sono vent'anni che sta in parlamento e io no. Questa è già una, se serve continuo... Ma al di là delle battute credo che su Renzi stavolta ci siano mondi ed esperienze assolutamente differenti, per storia politica, generazione, cultura e tanto altro".

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Il Partito Democratico si prepara al congresso del 30 aprile. Nella Tuscia la corrente a sostegno di Matteo Renzi è un insieme di anime. Una di queste trova il centro nel segretario provinciale Andrea Egidi, che ha lanciato “In Cammino, per Renzi segretario”. Siamo andati a intervistarlo. 

 

In cammino verso dove e verso che cosa?

“In cammino verso la ricostruzione di una proposta politica complessiva per il Paese. Il congresso serve a questo. Dopo lo stop del 4 dicembre siamo entrati in una fase difficile perché è venuta meno una proposta per l’Italia.

Le difficoltà le abbiamo viste in Italia e in Europa, a differenza di chi diceva che la vittoria del No non avrebbe avuto conseguenze interne e nel rapporto con i mercati e l’Unione Europea.

A noi spetta definire una nuova proposta di governo che parta da una lettura attenta degli errori della nostra esperienza a Palazzo Chigi ma che esalti gli aspetti più significativi di un esecutivo che ha fatto cambiare passo al Paese. Istituzioni e democrazia, ruolo e funzione in Europa e nel PSE, sviluppo e lavoro, benessere. È giusto definire questo congresso fondativo perché col referendum si è chiusa una fase storica del Paese e sta noi ridefinire l’agenda. Il punto non è solo un leader ma una comunità, un gruppo dirigente che diriga il Pd meglio di come sia stato fatto fino ad ora”.

 

Perché Renzi è il candidato migliore?

“Perché è l’unica leadership in grado di dare una prospettiva di governo al Pd. È il più forte nei confronti del rapporto con il Paese e va sostenuto, anche in modo critico, per aiutarlo a fare meglio di ciò che ha fatto sin qui. 

È un patrimonio che non va disperso. Certo, errori ne ha commessi anche lui ma noi dobbiamo lavorare per costruire il “corpo”. Uscire dallo schema di un Pd che assomiglia a un animale strano, con una grande testa e un corpo troppo fragile, esile.

Costruire il gruppo dirigente che Renzi non ha mai avuto per essere all’altezza della leadership che esprime”.

 

Che idea di partito coltivate?

“L’idea di un partito che non metta le lancette indietro. Noi non ci rassegniamo all’idea che la politica torni a essere quella delle coalizioni armata Brancaleone, dei programmi di 200 pagine. Prima era Rossi e Mastella, domani non può essere Verdini e Alfano.

Per questo serve tornare al lavoro per poter fare un grande partito che possa avere l’ambizione di governare il Paese in uno schema chiaro. Scongiurare la nostalgia che non è tanto il ritorno al proporzionale quanto alla cultura del proporzionale, ai piccoli partiti, alla confusione o magari all’idea che ognuno torni nelle proprie certezze. Ecco, noi siamo quelli che sconfiggono la nostalgia”.

 

Siete ancora il primo partito della Tuscia?

“Sì. Siamo gli unici a esistere realmente. Il sistema politico è esploso completamente e l’avvento del M5S ha contribuito in modo determinante a indebolire la destra. Noi restiamo l’unico partito, coi nostri innumerevoli limiti ma pur sempre l’unico partito in grado di svolgere una funzione utile anche per queste terre.

Questo non basta, serve un’organizzazione più dinamica e flessibile, attenta alle trasformazioni della società e pronta ad adattarsi ai cambiamenti della modalità di partecipazione alla vita pubblica.

Su questo abbiamo limiti da superare perché non possiamo pensare di stare nella dinamica velocissima della società di oggi come ci stavamo, forse già male, quindici anni fa. Ma anche questo sarà terreno di confronto nel congresso”.

 

Anche Fioroni sta con Renzi, che differenza c’è tra voi e loro (i “fioroniani”)?

“Per esempio che lui sono vent’anni che sta in parlamento e io no. Questa è già una, se serve continuo… Ma al di là delle battute credo che su Renzi stavolta ci siano mondi ed esperienze assolutamente differenti, per storia politica, generazione, cultura e tanto altro.

Ed è un bene che sia così, perché significa che è diventato patrimonio ancor più condiviso nel Pd.
A me sinceramente non mi interessa la gara di questi giorni su chi è più abilitato a sostenere Renzi. Sembra quasi si debba fare un test di ammissione.

Sento parlare di prima, seconda, terza, quarta ora. Sciocchezze che non interessano nessuno. Ci sta un congresso con tre candidati e chi dirige il Pd sostiene chi vuole. Io ho scelto Renzi consapevole che devo continuare a mantenere un atteggiamento di rispetto per il gruppo dirigente della federazione, per i 4500 iscritti della Tuscia, per tutti quelli che sosterranno Renzi – Fioroni compreso – così come per gli altri e per quei compagni che voteranno Orlando.

Sono sereno, perché io non ho fortunatamente una corrente da difendere ma solo la convinzione di una battaglia politica da fare fino in fondo. Come mi è stato insegnato, fino alla fine si combatte poi ci si ritrova tutti insieme per il bene delle nostre terre e del Pd”.

 

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