Il loro è un corpo a corpo quotidiano con i pregiudizi, con lo stigma di “movimento di protesta” e quindi inadatto a governare. Uno stigma costruito un po’ da analisti del quadro politico con il vizio di leggere il presente guardando dallo specchietto retrovisore e un po’ da furbetti che puntano a ridimensionare una presa crescente dei pentastellati anche nella Tuscia.

La vittoria del No al referendum anche nel Viterbese va sicuramente in parte, difficile definire quanto larga numericamente, attribuita al Movimento Cinque Stelle. Sicuramente una delle realtà più mobilitanti e meno ingessate in territorio etrusco in questi mesi di campagna elettorale. Flash mob, incontri, contatto diretto con gruppi crescenti di cittadini.

L’evoluzione del quadro politico rappresenta un humus fertile per l’allargamento di consenso intorno ai pentastellati anche a Viterbo. E così il movimento ha lanciato un appello in rete, sui social: stanno cercando una sede e chiedono aiuto ai cittadini per trovarne una adatta. Tracciano anche i requisiti: “un locale di almeno 40 metriquadrati e a un buon prezzo”. Poi definiscono l’obiettivo: “Aiutateci a creare una casa per accogliere le vostre istanze e le vostre idee per la nostra città”.

In pratica puntano a mettere in piedi un cantiere per la costruzione di un programma. Palazzo dei Priori diventa un obiettivo possibile, soprattutto nel nuovo quadro politico che con il voto di ieri si è venuto a determinare.