Chiara Frontini: “Sarò il sindaco che riporta l’unità in città, la vecchia politica ha messo gli uni contro gli altri”

Chiara Frontini: “Sarò il sindaco che riporta l’unità in città, la vecchia politica ha messo gli uni contro gli altri”

Elezioni 2018 - Trenta anni e tra le mani una partita importante, quella per diventare sindaco di Palazzo dei Priori. Chiara Frontini si racconta a La Fune in un'intervista "sbottonata". 

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Trenta anni e tra le mani una partita importante, quella per diventare sindaco di Palazzo dei Priori. Chiara Frontini si racconta a La Fune in un’intervista “sbottonata”. 

 

Sindaco a trent’anni, perché?

“A trenta anni uno ha esperienza e maturità sufficiente e al tempo stesso l’energia necessaria per affrontare anche quindici ore di lavoro al giorno. E nel caso del Comune di Viterbo c’è bisogno di tanta energia perché c’è tanto da recuperare. Sono entrata in consiglio comunale a 22 anni. Conosco la macchina, gli uffici, le procedure. Sono lucidamente consapevole che andando a Palazzo dei Priori riceverò un’eredità pesante ma abbiamo la migliore cassetta degli attrezzi per affrontare la situazione”.

E’ la volta buona per Chiara Frontini? Che umore sente in città?

“Sento che c’è molto entusiasmo. Credo che i cittadini ci stanno restituendo l’energia e la voglia di cambiare le cose che abbiamo trasmesso negli anni, lavorando sul territorio. Al fianco delle persone e sempre con disponibilità all’ascolto. C’è entusiasmo verso la mia candidatura in tutti i quartieri, negli ex comuni, tra le persone più normali e presso la classe dirigente. Abbiamo un consenso trasversale perché siamo una lista civica vera. Persone con passione al servizio della città. Noi non siamo quelli che arrivano solo in campagna elettorale. Lavoriamo da sempre, siamo presenti da sempre quando le persone hanno chiamato”. 

Non le fanno paura i partiti tradizionali?

“(Ride). Penso abbiamo fatto già abbastanza male a questa città. Hanno fatto abbastanza danni, sia a livello generale che locale. Viterbo è ferma da dieci anni grazie ai partiti tradizionali. Dieci anni di lotte tra partiti, tra fazioni dentro lo stesso partito. Basta con le coalizioni messe insieme solo per fare numero, per conquistare le poltrone. Serve una leadership chiara, una squadra compatta e pedalare. Viterbo attende risposte da anni. Sono stufa di vederla raccontata sempre più come fanalino di coda tra le province italiane. I partiti tradizionali in questa città hanno fatto il loro tempo”.

Che Viterbo c’è nel cuore di Chiara?

“Una Viterbo che recupera le basi della decenza: pulita, decorosa, accogliente per i cittadini e per i turisti, capace di fare girare l’economia. Il nostro primo obiettivo è lavorare sulla permanenza dei turisti. Abbiamo fatto delle simulazioni. Riuscendo ad aumentare la permanenza da 1,6 notti di oggi a 2,8 e raddoppiando il numero dei visitatori riusciremmo ad avere 50 milioni di euro in più sul territorio. Facile capire quanto possa farci bene”

La cosa di questa città che ama di più? Quella che non sopporta?

“La cosa che amo di più è l’identità di Viterbo. Amo essere viterbese. La prima cosa che farà il mio assessore alla Cultura è lavorare sull’identità. La cosa che invece non sopporto è la tendenza alle divisioni. Divisioni incoraggiate per anni da una classe dirigente e una politica miope. Che ha messo un’associazione contro un’altra, un professionista contro un altro. Sarò un sindaco che unisce la città. La condivisione, il dialogo, i tavoli saranno il metodo. Fondamentale e alla base di tutto sarà la capacità di unire e ricostruire il senso della comunità”.

Alleati per il ballottaggio, meglio Rossi o Ciambella?

“Nessuno di loro. Se arriviamo al ballottaggio non ci saranno accordi. Andremo davanti agli elettori con il nostro programma e una squadra compatta. Non ci metteremo nessun cappio al collo”.

Che ne pensa di Arena? E del centrodestra viterbese?

“Ci serve poco parlare degli altri, perdiamo tempo. Noi e il mondo di Arena siamo due pianeti diversi. Loro sono il caos, io sono Chiara. Loro hanno litigato per mesi prima di trovare il candidato sindaco e l’hanno imposto da Roma. Pensate cosa può significare consegnare la città nelle mani di questi signori, quanto durano? Guardate il programma, hanno fatto dodici pagine in Word”.

Michelini e Marini chi è stato peggiore?

“Sono due facce della stessa medaglia. Michelini ce lo ricordiamo meglio, ricordiamo bene la sua maggioranza accozzaglia”.

Che promessa si sente di fare ai viterbesi?

“Non facciamo promesse. Facciamo progetti e ci impegniamo a realizzarli. Lavoreremo quindici ore al giorno per la città che amiamo. Con entusiasmo”.

 

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