Centrodestra, l’unità è ancora possibile. Perché si realizzi necessario un mix di buonsenso e opportunismo tattico dei leader

Centrodestra, l’unità è ancora possibile. Perché si realizzi necessario un mix di buonsenso e opportunismo tattico dei leader

Elezioni 2018 - Il centrodestra è il grande assente e la stessa campagna elettorale non decolla. Bruttina, smorta, intortata. Tutto inchiodato su un punto sopravvalutato: il candidato sindaco. 

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Viterbo, un mese circa al voto per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Il centrodestra è il grande assente e la stessa campagna elettorale non decolla. Bruttina, smorta, intortata. Tutto inchiodato su un punto sopravvalutato: il candidato sindaco. 

Certo un sindaco è figura centrale di un’amministrazione ma è pur sempre vero che in sistemi di una qualche complessità, e Viterbo non è Tessennano (con il massimo rispetto per il paese), la realtà è che la guida della città è possibile solo attraverso un sistema policentrico. Per questo è significativa la giunta. E allora possibile che nessuno dei protagonisti della scena politica del centrodestra viterbese si renda conto che la “battaglia sul sindaco” è roba da dilettanti?

In queste ultime ore però la presente riflessione sta iniziando a fare breccia. Aiutata anche da un fatto non da poco: la consapevolezza, che sta montando a Roma, che i destini politici di questa nuova legislatura saranno piuttosto brevi. Sempre più chiaro si va delineando lo scenario di un ritorno alle urne tra poco. 

Fatto importante, soprattutto per i leader locali. Avere il candidato sindaco del proprio partito infatti rischierebbe di penalizzare i leader locali dei partiti nella definizione delle posizioni per le liste di Camera e Senato, soprattutto per l’uninominale. E allora perché una figura come Umberto Fusco, nuovo leader politico nel Viterbese, dovrebbe rischiare di rimanere, tra qualche mese, col cerino in mano spingendo ora sulla scelta di un sindaco leghista?

In questa consapevolezza, dotata di intelligenza politica, va collocato il recente passo indietro leghista sulla candidatura di Alessandro Usai. La Lega viterbese avrebbe imboccato una exit strategy per sottrarsi, salvando la reputazione di un partito importante (20% dei consensi alle ultime politiche), al pantano in cui il centrodestra si è logorato in questo ultimo mese. E così nella nota inviata alla stampa si rivendica ancora il candidato sindaco leghista ma, facendo una grande figura, il Carroccio potrebbe rimettere in discussione il tutto ammantandolo con il buon proposito di fare un passo indietro definitivo nel nome dell’unità e nell’interesse della coalizione e perché no di Viterbo.

Ma il discorso che vale per il leader Fusco, vale anche per gli altri leader di partito: da Forza Italia a Fratelli d’Italia. Nonostante l’azione di qualche “avvelenatore di pozzi” (non mancano mai in ogni compagine) per confondere le acque e sperare di ottenere vantaggio politico. 

A questo punto per la Lega diventerebbe strategico ottenere un riconoscimento del proprio peso nella figura del vicesindaco. Lasciando agli altri partiti assessorati di peso. Anche perché, rimanendo unito, per il centrodestra la vittoria sarebbe una prospettiva quasi certa. Anche se a questo punto del gioco nulla appare più scontato.

La città infatti ha fame di governo del territorio. E quindi la scelta del candidato sindaco non può essere maturata a casaccio. Va tirato fuori dal cilindro qualcuno con doti reali di governo. Tutto il resto poi, con molta probabilità, verrà da sé. Comunque una cosa è certa: la discussione dentro il centrodestra entra in una fase completamente nuova. 

 

 

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