Caso Tuscia in Jazz, Delli Iaconi a Leali: “Non ti dobbiamo nulla, non ci sono le carte”

Caso Tuscia in Jazz, Delli Iaconi a Leali: “Non ti dobbiamo nulla, non ci sono le carte”

Cultura - Italo Leali lamenta che il Comune di Viterbo non ha pagato, per la discreta somma di 14mila euro, alcuni eventi realizzati da Tuscia in Jazz nel capoluogo. Delli Iaconi sostiene che non ci sono le carte e quindi niente è dovuto. La questione si infittisce e nella testa dei cittadini iniziano a frullare interessanti domande.

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Cultura a Viterbo, esplode il caso Tuscia in Jazz. Il direttore artistico dell’iniziativa nei giorni scorsi è intervenuto (dapprima su Viterbopost e subito dopo in una lunga intervista rilasciata alla trasmissione radiofonica Sbottonati) sostenendo che il Comune deve ancora dargli 14mila euro per una serie di iniziative svolte, in vari tempi, nel capoluogo (leggi qui).

Una denuncia pesante e al tempo stesso interessante. Leali sostiene che a Palazzo dei Priori non avrebbero mantenuto gli impegni presi, mettendo in discussione il modo in cui è gestito l’assessorato alla Cultura, a capo del quale c’è Antonio Delli Iaconi. Lo stesso Delli Iaconi che, sempre a detta di Leali, non risponderebbe più neanche al telefono quando il direttore del Tuscia in Jazz chiama.

Sempre Leali poi traccia una differenza con i modi e gli stili adottati nel capoluogo e quelli propri di altre realtà della provincia come Ronciglione e Bagnoregio, dove i pagamenti per gli eventi svolti sono regolari e non ci sono mai stati problemi di alcun tipo.

Oggi la replica di Delli Iaconi, arrivata da Tusciaweb. “Ho controllato e non ci sono delibere, determine o impegni di spesa da parte del Comune”, sono le parole pronunciate dall’assessore.

Entrando nello specifico l’assessore fa questo ragionamento: “Faccio un esempio concreto. Nel 2014, per l’iniziativa pasquale ha avuto contributi. Nel 2015, stessa iniziativa a Pasqua, ovvero spettacoli agli Almadiani a pagamento e attività di formazione lo stesso a pagamento. Su questi il comune non ho potuto dare contributi. Fino ad agosto 2015 non avevamo nulla in bilancio. Non c’era possibilità di concedere contributi. A Natale l’altro anno sono stati organizzati i concerti gospel. Per l’edizione successiva avevamo fatto presente che c’era il bando per le frazioni. Abbiamo messo in contatto Leali con gli operatori delle frazioni. Sono loro che predispongono domande per i contributi. Lui non l’ha fatto. Non ci sono domande presentate. Il dirigente come faceva a erogare il contributo?”.

Effettivamente quanto dichiarato dall’assessore, almeno sul piano tecnico-procedurale, non fa una piega.

Ricapitolando Leali lamenta che Palazzo dei Priori non ha rispettato gli accordi presi per 14mila euro. Delli Iaconi, in buona sostanza replica, che nulla è dovuto perché non ci sono le carte. C’era quindi un accordo verbale? Certo che c’era e lo testimonia un video (pubblicato dal giornale La Città – guarda il video dal minuto 17:22 ) dove Delli Iaconi precisa – nella conferenza stampa di presentazione di una delle iniziative non pagate – che il Comune era in fase di approvazione del bilancio e che non c’erano soldi ma una volta approvato il tutto la sua speranza era di eguagliare il contributo dato a Tuscia in Jazz l’anno precedente. Parliamo di 10mila euro.

Quello che emerge è in fondo un quadro piuttosto singolare su come è gestito il settore della cultura a Viterbo. Alcune domande sorgono spontanee: ma i direttori di festival vanno a trattativa privata con l’assessore di turno? In base a cosa l’assessore di turno decide? In base al suo “fiuto” per la cultura? Ma l’assessore alla Cultura del Comune di Viterbo è una sorta di mecenate rinascimentale o il gestore pro tempore di soldi pubblici? A chi di dovere, nelle sedi appropriate, il dovere di dare risposte.

 

Ascolta le dichiarazioni dell’assessore Delli Iaconi in conferenza stampa

 

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