Cannone racconta l’arrivo dei primi aiuti ad Amatrice a Rai 1

Cannone racconta l’arrivo dei primi aiuti ad Amatrice a Rai 1

Homepage - Il pompiere è il capo della prima squadra dei vigili del fuoco di Viterbo arrivata sui luoghi del sisma la notte del 24 agosto

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Poche ore dopo da quando la terra del centro Italia ha iniziato a tremare, quella tragica notte del 24 agosto, le squadre dei vigli del fuoco di Viterbo erano già all’opera ad Amatrice e nei territori colpiti dal grande sisma. Alle prime luci dell’alba, quando il sole ha svelato la distruzione causata dal terremoto, i pompieri della Tuscia sono stati fra i primi a iniziare le operazioni di recupero dei sopravvissuti.

Le forze della Tuscia sono determinanti tuttora, tanto che il COA (Centro Operativo Avanzato) dei Vigili del fuoco, allestito a Cittareale (Ri), è infatti diretto dal Comandante di Viterbo, l’Ingegner Giuseppe Paduano. Nella stessa struttura è stato predisposto anche il Campo Base, che al momento ospita circa 800 vigili del fuoco. E’ inoltre presente, presso il Centro, il furgone UCL (Unità di Comando Locale) di Viterbo.

Ieri i vigili del fuoco di Viterbo, grazie al coraggio dimostrato durante le prime ore dall’evento sismico, sono state intervistati sul programma di Rai1 “La vita in diretta” condotto da Marco Liorni e Cristina Parodi, mentre oggi sarà la volta di “Uno mattina”. Durante il collegamento è stato intervistato Gianluca Cannone, il caposquadra della squadra dei vigili del fuoco di Viterbo che ha operato durante i primi momenti che ha seguito il terremoto.

Cannone al microfono di Marco Liorni ha raccontato l’arrivo ad Amatrice, più in particolare all’Hotel Roma – storico albergo del paese che quella notte ospitava circa 70 persone nelle sue 40 camere, tutte andate distrutte con il sisma – nel quale i vigili di Viterbo hanno avuto la fortuna di trovare ancora delle persone in vita. Il caposquadra viterbese racconta i primi momenti dell’emergenza di Amatrice e a un mese di distanza ritrova gli stessi silenzi di quella tragica notte, che allora “venivano spezzati solo dalle urla delle persone quando si trovava qualcuno”.

Foto Fisioterapy Center

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