Camera di Commercio, un rinnovo all’insegna del rilancio condiviso o della lotta di poltrone?

Camera di Commercio, un rinnovo all’insegna del rilancio condiviso o della lotta di poltrone?

Politica - Si attendono tutti i passaggi per la composizione del prossimo consiglio camerale e in questi giorni le diplomazie delle associazioni di categoria sono in gran fermento per capire che strada far prendere all'ente di via Rosselli.

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Camera di Commercio, si entra nel vivo del rinnovo. Si attende la notifica ufficiale, da parte della Regione Lazio, sulla composizione dei seggi del nuovo consiglio camerale e ferve la diplomazia delle varie associazioni di categoria impegnate nella partita. Appena avverrà la notifica le diverse associazioni avranno trenta giorni di tempo per trasmettere al presidente Nicola Zingaretti i nominativi dei loro rappresentanti. E’ verosimile quindi ipotizzare la prima riunione del consiglio camerale per il mese d’agosto.

 

Andiamo a guardare dentro il consiglio della prossima Camera di Commercio e andiamo a fare un’analisi del quadro. Due le cordate che si sono “sfidate” dall’inizio: una guidata da Unindustria e l’altra più rappresentativa delle piccole e medie imprese. Il primo gruppo di “apparentati” conta queste sigle: Unindustria, Cna e Cooperative. Un insieme che peserà nel nuovo consiglio 9 seggi. Gli altri “apparentati” sono Federlazio, Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio. Per un peso pari a 11 seggi.

 

Al di là degli apparentamenti veri e propri, che sono quelli indicati, abbiamo poi il blocco dell’agricoltura (che non si sono neanche apparentati tra loro, determinando l’esclusione dal prossimo consiglio camerale di Confargricoltura) che pesa 4 seggi. C’è poi un seggio che è dei sindacati. Questi ultimi due gruppi, già dallo scorso febbraio, hanno dichiarato di sostenere la candidatura di Domenico Merlani. Di fatto, ritenendolo un leader capace di unificare il mondo produttivo viterbese, hanno aderito a quello che è stato battezzato ‘Patto per la Tuscia’. Così Merlani avrebbe nel consiglio i 9 seggi della sua aggregazione più i 5 (4+1) delle altre forze di ‘Patto per la Tuscia’. Il totale fa 14 seggi contro 11. Rimangono fuori i tre seggi di “consumatori”, “banche” e “ordini professionali”. Dovrebbero astenersi in fase di voto del presidente. La giunta di questa Camera di Commercio sarebbe composta da 4 membri di uno schieramento e 4 dell’altro. Una situazione praticamente di gesso.

 

Per Merlani c’è la possibilità di chiudere di forza la partita, facendosi eleggere presidente dai suoi 14. Portando però a casa una vittoria di Pirro. Sarebbe, la sua, una gestione serena e unitaria della Camera di Commercio di Viterbo? E’ quello che serve veramente al territorio? Un territorio dove la crisi è pesante come un macigno, la disoccupazione è una valle di lacrime e oggi quanto mai prima è importante un ente di via Rosselli dinamico e capace di andare spedito.

 

Sono queste le domande, che in questi giorni, attraversano i pensieri di molti. Soprattutto all’interno delle associazioni di categoria e soprattutto all’interno degli ambienti dell’agricoltura, che per come si sono messe le cose potrebbe avere un ruolo centrale nella partita. Quello che c’è da augurarsi è che l’ente camerale non si ingessi in una guerra muscolare per le poltrone e si trovi una via opportuna per il territorio. Una via che permetta di ragionare, senza il rischio d’incartarsi in bracci di ferro sterili, sui prossimi grandi temi che abbiamo davanti. Expo 2015 su tutto. 

 

 

 

 

 

 

 

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