Bullismo nelle scuole, una risposta arriva dall’Oriente

Bullismo nelle scuole, una risposta arriva dall’Oriente

Homepage - La Fei Long Association propone le arti marziali come tecnica di prevenzione degli episodi di bullismo

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Il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato una proposta di legge che disciplina gli interventi riguardo il contrasto e la prevenzione del bullismo, piaga sociale purtroppo ancora molto diffusa. Saranno sostenuti programmi e progetti finalizzati al rispetto e alla dignità della persona, alla valorizzazione delle diversità e al contrasto di tutte le discriminazioni.

Sono previste iniziative culturali, sociali e sportive sui temi del rispetto della diversità. In questa direzione può essere molto importante la pratica di un’arte marziale, come spiega l’istruttore Fabio De Angelis, fondatore, insieme al suo collega di Roma Piero Piromallo, della Shangai Fei Long Jeet Kune Do Association: ”Il bullismo è un fenomeno di cui la maggior parte dei ragazzi fa esperienza durante gli anni dell’adolescenza e della preadolescenza e alla base di questo c’è il bisogno del ragazzino di sentirsi parte di un gruppo”.

“Chi è più timido tende a essere preso di mira, ma anche chi commette atti di bullismo ha un’insicurezza di fondo che lo porta a commettere atti gratuiti per farsi accettare dal branco – prosegue – il lavoro andrebbe fatto a monte, evitando di giungere a questa situazione: la miglior prevenzione può essere costituita dalla trasmissione di una rigorosa disciplina, in quanto il rigore e la costanza richiesti sono delle formidabili leve per la costruzione di una forte autostima, insegnando a non divenire prede delle vessazioni non solo perché il giovane impara a difendersi ma soprattutto per la ragione per cui una persona che trasmette equilibrio e stabilità non viene vista come una potenziale preda, né è portata a cercare l’affermazione sociale attraverso l’esibizione di violenza fine a se stessa”.

Il Jeet Kune Do (letteralmente ”via del pugno che intercetta”), la disciplina concepita da Bruce Lee, il grande artista marziale che giocò un ruolo decisivo nella diffusione dei sistemi orientali in Occidente, infatti non è uno sport da combattimento e allo stesso tempo non si limita ad essere un efficace sistema di difesa personale. Si tratta dell’espressione di una vera e propria filosofia: la pratica è innanzitutto finalizzata al raggiungimento dell’equilibrio tra mente e corpo attraverso un profondo lavoro su se stessi. I principi sono stati sintetizzati elaborando principi dell’arte marziale cinese del Wing Chun e delle discipline occidentali della scherma e del pugilato.

”Semplicità, dirittezza e vuoto, inteso come il mantenimento della mente libera dai condizionamenti e dal continuo e incontrollato susseguirsi dei pensieri, sono i principi cardine. In questa concezione non è il praticante ad adattarsi all’arte marziale ma è l’arte marziale che deve adattarsi al praticante, in quanto al centro ci deve essere sempre l’individuo nella sua unicità”.

“I movimenti devono essere fluidi e sciolti in quanto espressione armonica del flusso ininterrotto dell’Io – spiega De Angelis – quello che l’artista marziale è chiamato a fare è un lavoro paragonabile a quello dello scultore, che toglie anziché aggiungere per creare la sua opera: eliminare tutto ciò che non è necessario per arrivare all’essenziale e raggiungere il massimo possibile della funzionalità in un continuo processo di ricerca e mantenimento della propria qualità e allo stesso tempo della consapevolezza di sé”. Bruce Lee amava affermare che ”la vita va vissuta e non concettualizzata”: per chi vuole sperimentare quanto descritto i corsi della Fei Long Association sono aperti a tutti ogni lunedì e mercoledì dalle 20 alle 21:30 presso il centro polivalente Santa Maria della Verità, in Via Oslavia 4 a Viterbo.

Foto Fisioterapy Center

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