“Bombardamento” dei Mori su Pd provinciale e Mazzola

“Bombardamento” dei Mori su Pd provinciale e Mazzola

Homepage - Moderati e Riformisti pungolano il Partito Democratico provinciale. "Noi in campo per il Sì al referendum ma nessuno ci ha cercato. Forse ai democrat viterbesi non interessa vincere". Questo in sintesi il discorso sviluppato all'interno di una lunga nota stampa, dove ce n'è anche per il presidente della Provincia Mauro Mazzola.

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Moderati e Riformisti pungolano il Partito Democratico provinciale. “Noi in campo per il Sì al referendum ma nessuno ci ha cercato. Forse ai democrat viterbesi non interessa vincere”. Questo in sintesi il discorso sviluppato all’interno di una lunga nota stampa, dove ce n’è anche per il presidente della Provincia Mauro Mazzola.

“I Moderati e Riformisti dell’ amministrazione provinciale di Viterbo hanno aderito alla Costituente Popolare per il Sì al Referendum dopo l’incontro a Orvieto con il vice segretario nazionale Lorenzo Guerini e programmato una serie di iniziative sul territorio – scrivono i rappresentanti in provincia dei Mori -.

“Il Partito Democratico provinciale ovviamente non ha avviato nessun contatto e nessuna collaborazione, anche se ben consapevole, specie dopo i risultati delle elezioni amministrative, che
la vittoria del sì in questa provincia passa per una collaborazione con noi.

Evidentemente sono interessati ad altro. Noi continueremo nel nostro impegno come abbiamo già fatto per la raccolta delle firme. Il presidente dell’amministrazione provinciale dopo il suo impegno per complicare la realizzazione della trasversale e le sue grida sulla accoglienza dei profughi,
presenta un bilancio dell’amministrazione senza alcun confronto con la seconda forza politica della sua maggioranza. Un bilancio che dovrebbe rispondere alle esigenze dei comuni e dei cittadini che non accoglie né le loro aspettativa né le loro esigenze.

Un bilancio che secondo noi deve aprirsi al confronto preventivo con tutti i sindaci della provincia, confronto che va fatto subito per uscire dalla tentazione delle logiche clientelari e delle elargizioni pre o post elettorali.

Il presidente Mazzola deve dimostrare la sua autonomia decisionale nell’esercizio delle sue funzioni presupposto indispensabile per una corretta gestione dell’ente che risponde ai cittadini e non ai segretari di partito come accadeva nella prima Repubblica rottamata da Renzi”.

 

 

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