Blife, così una 33enne viterbese costruisce un’impresa da 900mila euro di fatturato

Blife, così una 33enne viterbese costruisce un’impresa da 900mila euro di fatturato

Homepage - Ci sono storie che è importante rilanciare e far conoscere a quante più persone possibili. Possono diffondere il coraggio e mettere in circolo nuove idee. Questa l'ha scovata il Corriere della Sera e riguarda una giovane viterbese. Leggetela tutta d'un fiato e iniziate a credere in voi stessi e nei vostri possibili colleghi.

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Fermi tutti, questa è una storia importante. Di quelle che ti fanno venire un sorriso che non ti sta in bocca e ti apre il cuore. C’è tutto dentro: visione, coraggio, senso di lealtà. Un frullato delle cose più belle che è in grado di fare l’uomo. In questo caso la protagonista è una donna: Manuela Benedetti.
Tutto parte da Viterbo; dove ha sede Blife, la boutique del biologico. Un’impresa eccezionale con quartier generale al Poggino. 900Mila euro di fatturato in sei mesi. Avete capito bene, sei mesi. Una storia talmente bella che è finita nella tastiera della brava Filomena Pucci, blogger del Corriere della Sera.
“Il 14 luglio del 2016 il capo ci ha riuniti e ha annunciato la chiusura del ramo d’azienda in cui lavoravo io e la mia squadra. A me affida un nuovo incarico, stesso stipendio importante e licenzia tutti gli altri. Me lo ricorderò per sempre, la mia personale presa della Bastiglia. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, che si fa ora? mi chiedevano”. Inizia così a parlare di quello che è successo Manuela alla giornalista del Corriere.

Manuela Benedetti ha trentatre anni, e a settembre 2016, la sua azienda appena nata, Blife distribuzione e consegna a domicilio di prodotti biologici,  ha emesso la prima fattura.

“Ho pensato per quindici giorni solo a quello – continua la giovane imprenditrice -. Non era giusto quel disastro, tanto più che io credevo molto nel ramo d’azienda che stavano chiudendo. Così il primo agosto ho rassegnato le mie dimissioni e cominciato a muovermi per far sì che la nuova azienda fosse aperta per settembre quando, i clienti avrebbero ricominciato a fare ordini”.

Otto persone lavorano con lei, comprese le due altre socie, sua sorella Valentina Benedetti e Alessia Testa. “E’ stata un’avventura epica” racconta Manuela, che si sente dalla voce ha l’energia di un gigante, anche se è una ragazza giovane e mingherlina. “Abbiamo costruito un’impresa in un mese, affittato il magazzino, gli uffici, comprato il furgone, il tutto cercando di mantenere i costi bassissimi; avevamo solo i risparmi da investire. Eppure nella follia di quei giorni tutto sembrava incastrarsi alla perfezione, come se il disegno fosse stato già definitivo dentro di me e non restasse che fare tutte le azioni necessarie, senza sbagliare un colpo”.

Così è stato considerando che a sei mesi dalla partenza hanno un bilancio totalmente in attivo e prevedono si chiudere l’anno con novecento mila euro di fatturato. “Credo nel biologico perché in anni di attività con l’export mi sono resa conto che all’estero se ne vende molto di più, qui da noi è ancora una questione di educazione al nutrimento. Vogliamo riuscire anche in quest’obiettivo, educare all’alimentazione consapevole. Che non vuol dire solo mangiare verdure, ma sapere che sono cresciute con rispetto e senza nessuna intervento chimico. Io non sono un’estremista, allo stesso tempo il mio biologico non è marketing imparato all’università, ma è costruito a tavolino dall’esperienza”.

La loro sede è a Viterbo, ma consegnano su Roma appoggiandosi ad una cooperativa che utilizza biciclette elettriche. “Tutto quello che facciamo ha l’intento, non solo di vendere, di dare l’esempio. Prossimamente apriremo un punto vendita, fornito di touch screen per scoprire la provenienza di ogni prodotto”.

Manuela è sinceramente focalizzata sul senso del suo lavoro e della sua azienda. “Ci focalizziamo sul consumatore finale, e non sull’export. Seleziono personalmente i produttori locali, per me è una ragione di vita quella di distribuire cibi buoni. E’ un continuo lavoro di ricerca e sviluppo, facciamo anche prodotti a marca con il tentativo di accogliere i bisogni specifici dei clienti. Abbiamo bisogno di nutrirci bene, in tutti i sensi”.

Manuela è energia e senso fusi insieme, si sente la responsabilità per il lavoro e per le persone che sono nella sua azienda, “Devo sempre muovermi in sicurezza, devo sentire che ogni mossa nuova è quella giusta, per questo ci penso molto”.

Allo stesso tempo incarna la visione “Voglio educare al nutrimento. Facciamo consegne a domicilio anche per trenta euro, che poi in tasca ne resto cinque, ma fidelizziamo il cuore delle persone, perché si sentono trattate bene. E stiamo diventando un punto di riferimento anche di chi ha bisogno di verificare il cibo per la propria salute. Abbiamo tutti bisogno di più cura, con Blife io voglio avere cura della vita”.

In vetrina sulla pagina Facebook di Blife, che vi invitiamo a visitare, trovate in bella mostra un prodotto che stanno vendendo online: il box bio. Frutta e verdura biologica di stagione direttamente a casa tua. Una “bomba”. Inchino.

Foto Fisioterapy Center

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