Bilancio, è sterile scaricabarile sullo slittamento a maggio dell’approvazione

Bilancio, è sterile scaricabarile sullo slittamento a maggio dell’approvazione

Homepage - E' infatti vero che i tempi di legge per l'approvazione sono scaduti il 31 di marzo. E' anche vero che i comuni virtuosi l'hanno approvato a gennaio, ma Viterbo va avanti così.

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Bilancio del Comune di Viterbo, sarà approvato (forse, visto il clima) i primi di maggio. Il calendario è stato fissato dalla capigruppo nei giorni scorsi ed è scattata come una corsa allo scaricabarile sulle responsabilità di un simili ritardo.

E’ infatti vero che i tempi di legge per l’approvazione sono scaduti il 31 di marzo. E’ anche vero che i comuni virtuosi l’hanno approvato a gennaio, ma Viterbo va avanti così.

Fatto sta che hanno iniziato a circolare diversi ragionamenti sulle ragioni di uno slittamento così avanti rispetto ai tempi di legge. Uno piuttosto gettonato fa un’analisi di questo tipo: Palazzo dei Priori bloccato dal congresso del Pd. In buona sostanza si legge il ritardo sull’approvazione del bilancio come innescato dal congresso del partito di maggioranza relativa dell’amministrazione Michelini. Detta in soldoni “bisogna attendere la pesata delle varie correnti”. “Pesata” che avrebbe rischiato di essere compromessa se gli alfieri delle correnti stesse fossero dovuti rimanere stoppati nelle lunghe discussioni del consiglio comunale. 

Una lettura dei fatti che ha la sua coerenza logica e che è stata sposata anche da alcuni pezzi della maggioranza, vedi Filippo Rossi. Lo stesso Filippo Rossi in queste ore “impallinato” da un altro articolo uscito sulla stampa locale dove si pubblica un messaggio della fedele Maria Rita De Alexandris che annuncia l’assenza del Rossi al consiglio del 20. E subito si sottolinea come a causa di questa assenza, lui che aveva tanto chiacchierato sui ritardi nell’approvazione del bilancio, rischia di allungare ancora di più la pena.

Nei giorni scorsi invece la responsabilità era stata addossata, da alcuni consiglieri di maggioranza rimasti in rogoroso anonimato, direttamente sul sindaco Michelini. Alla luce di questo appare chiaro che la maggioranza a Palazzo dei Priori non esiste più. E lo scaricabarile non salva nessuna delle sue componenti, screditandole simultaneamente tutte. Perché Palazzo dei Priori non è l’asilo dell’infanzia ma un luogo dove si decidono i destini di un comune, per giunta di un comune capoluogo. 

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