Biblioteche, è allarme rosso: affitti non pagati e precari ridotti a volontari

Biblioteche, è allarme rosso: affitti non pagati e precari ridotti a volontari

Politica - Nuovo allarme dal Consorzio Biblioteche, la situazione è difficile e la politica non dimostra abbastanza lucidità per capire veramente cosa sta accadendo. Tutto questo assume contorni ancora più paradossali se si considera il desiderio viterbese di candidare il capoluogo a capitale europea della cultura.

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La situazione del Consorzio Biblioteche è da codice rosso. Il venire meno delle quote della Provincia stanno facendo saltare il banco. Il servizio continua ad andare avanti, con la stessa puntualità, ma grazie a lavoro non retribuito e una morosità crescente negli affitti. Stamattina il commissario Paolo Pelliccia ha posto la domanda “che fare?” alla classe politica locale, ma anche ai cittadini. Il rischio è di sprofondare nella palude un’eccellenza e un luogo che, se potenziato davvero, potrebbe funzionare da traino per il territorio. E così l’appello del commissario al governatore Nicola Zingaretti, domani in città per il varo di un nuovo treno sulla Viterbo-Roma: “trovi cinque minuti anche per le biblioteche. Venga a farci visita e decida cosa fare”.

I numeri

Il bilancio annuale del Consorzio Biblioteche fino al 2014 è stato di un milione di euro. 500mila messi in cassa dalla provincia di Viterbo e 500mila dal Comune. Con il venire meno del primo partner diventa complicato far quadrare i conti. 140mila euro sono i soldi che se ne vanno per gli affitti dei locali di viale Trento. Poi ci sono gli stipendi dei 9 lavoratori fissi e di 6 precari che lavorano nella struttura tramite una cooperativa. Con il venire meno dei soldi della Provincia il Consorzioda gennaio ha iniziato a diventare moroso sul fronte degli affitti, mentre i 6 lavoratori sono diventati dei volontari. Per l’acquisto dei nuovi libri si sta tamponando con le donazioni di privati, che stanno rispondendo all’invito di Pelliccia.

Alcune soluzioni possibili e un piano

Alla domanda “che fare?” Pelliccia ha dichiarato esserci già una possibile risposta. Risposta venuta fuori in un paio d’incontri con comune di Viterbo e Regione, a cui tuttavia è necessario dare seguito. La strada pensata è quella di fare del Consorzio Biblioteche un punto di riferimento nel segmento per un’area vasta, disegnata ricalcando l’impianto Asl del Vt3: Viterbo più 8 comuni limitrofi. In questa maniera si andrebbero ad accentrare risorse in un unico soggetto, trovando le energie economiche per sostenerlo. Altra mossa potrebbe contemplare l’abbandono dei locali in affitto di viale Trento per trasferire tutto nello stabile comunale della biblioteca Ardenti. “Ho inviato un mese fa una lettera al Comune di Viterbo nella quale chiedevo d’invitare i Cavalieri dell’ordine di Malta, che occupano parte della struttura, a trovarsi una nuova sede: così si libererebbe della cubatura per trasferire tutto là”.

La critica e l’appello alla politica

“Si parla tanto di Viterbo come candidata a diventare capitale italiana della cultura, fare questo passo senza una biblioteca vera rischia di depotenziare questa ambizione. Trovo assurdo che vengano finanziate iniziative culturali varie quando non ci sono i soldi per acquistare i libri della biblioteca. Questo è un servizio aperto tutto l’anno, che svolge una funzione culturale sempre e non in maniera sporadica. La politica trovi soluzioni, ragionando in un’ottica di tagliare le spese e ottimizzare i beni a disposizione. Penso anche alla caserma dei Vigili del fuoco, di proprietà della Provincia. Si potrebbe trasferire tutto in quella sede, liberando anche spazi da mettere a disposizione delle associazioni”.

 

 

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