Backstage – Tranquilli, al Pd ci pensa Emiliano

Backstage – Tranquilli, al Pd ci pensa Emiliano

Homepage - Chi ci ha capito qualcosa è pregato di spiegare. Perché nelle infinite contorsioni che percorrono il Pd dilaniato dall’esito sconfortante del referendum, non c’è uno straccio di logica.

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Stai sereno, Paolo. Con Renzi ci ha parlato Emiliano, governatore della Puglia e aspirante segretario del Pd, e lo ha convinto a lasciar governare il presidente del Consiglio fino alla scadenza naturale della legislatura (febbraio del prossimo anno). In cambio di tale pax (?), il congresso del Partito democratico non si farà subito ma ad autunno inoltrato. Nel frattempo, pare a giugno, ci sarà un’assemblea programmatica in cui si confronteranno le varie anime democrat per cercare di raggiungere una sintesi.

Chi ci ha capito qualcosa è pregato di spiegare. Perché nelle infinite contorsioni che percorrono il Pd dilaniato dall’esito sconfortante del referendum, non c’è uno straccio di logica. La questione di fondo è che Renzi vuol fare pagare ai boss della sinistra (D’Alema, Bersani, Speranza e compagnia cantante) il mancato appoggio in quella circostanza con relativo naufragio del governo, mentre l’ala sinistrorsa accusa il granduca di Toscana di aver trascinato il partito alla sconfitta con la spocchia e la presunzione e soprattutto temono che il Matteo fiorentino voglia prendersi tutto il cucuzzaro tagliando fuori gli oppositori al momento della candidature per le politiche. Un guazzabuglio di sentimenti e posizioni personali che ben poco hanno a che vedere con i nobili ideali che dovrebbero animare l’azione di politici ai quali innanzitutto dovrebbero stare a cuore le sorti dell’Italia.

Intanto qualche domanda conviene porsela. Ma l’Emiliano che si erge a statista e stratega (oltre che ghiotto consumatore di ostriche e cozze pelose e altri mitili adriatici) è lo stesso che non più tardi di qualche settimana fa tuonava “Congresso subito”? Sì, proprio lui. E allora perché ha cambiato idea? Non si sa. E ancora, avrebbero un senso elezioni anticipate a giugno quando comunque si andrà a votare dopo appena 8 mesi? No che non lo hanno se non nella logica di una resa dei conti interni. Questo è il quadro in cui si contorce il maggior partito italiano.

Non è che gli altri stiano meglio, sia chiaro. Nel centrodestra, come dimostrano anche recenti vicende locali, la partita è apertissima tra gli ultimi sussulti di leadership rivendicati da Berlusconi e il movimentismo persino eccessivo di Salvini e della Meloni; a sinistra spunta un altro soggetto composto dai reduci di fallimentari precedenti esperienze anche di governo, la cui funzione al momento sembra soltanto quella di mettere in un angolo Renzi. Sempre e soltanto nella logica aberrante che spesso ha guidato le decisioni politiche degli ultimi anni: io non posso vincere, ma ti posso far perdere; quindi devi fare i conti con me. Dei centristi meglio non parlare per niente, tanto sono diventati irrilevanti. E i pentastellati? Continuano a sfornare uno scandalo al giorno nella Capitale dove “a’ Raggi” si sta dimostrando molto più incapace che colpevole: basta ricordare quanti assessori sono cambiati in meno di un anno…

In questo caos oggettivamente deprimente, c’è un’unica certezza: tutte le forze in campo si posizionano nei sondaggi intorno al 30%, quota ben lontana da quella soglia del 40% che garantirebbe il premio di maggioranza per poter governare. Questo significa semplicemente che il primo passaggio da compiere dovrebbe essere una legge elettorale che assicuri nello stesso tempo rappresentatività e governabilità, attraverso un sistema identico per la Camera e per il Senato. Il problema era stato sollevato già nell’immediato dopo referendum ma a quasi 3 mesi da quel voto, nulla è cambiato. Mille proposte, nessuna soluzione concreta. Come spesso accade nella nostra Italia dove la situazione è sempre grave, ma mai seria.

Ma può davvero dormire sonni tranquilli Paolo (Gentiloni) come aveva fatto Enrico (Letta) prima di essere sfrattato brutalmente da Palazzo Chigi da don Matteo (Renzi)? Ah, saperlo…

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